Dietro al progetto Snowbird si nascondono due nomi pregevolissimi della scena musicale: Simon Raymonde, membro della band Cocteau Twins, scioltasi nel 1997, e fondatore della label Bella Union (Fleet Foxes, John Grant) e Stephanie Dosen, cantautrice folk del Wisconsin, autrice di un paio di album, tra cui il bellissimo e sottovalutato A Lily For The Spectre (2007), nonché collaboratrice dei Massive Attack e Chemical Brothers. Dunque i presupposti per un vero capolavoro c’erano tutti: dal grande parterre di ospiti accorsi – Ed O’Brien e Phil Selway dei Radiohead, Eric Pulido e McKenzie Smith dei Midlake, Jonathan Wilson – agli arrangiamenti trasognati di Raymonde, vero esperto nel creare bozzetti musicali dalle tinte pastello, alla splendida ed eterea voce della Dosen, che tanto riecheggia quella dell’altra componente dei Twins, Elizabeth Fraser. Eppure Moon non funziona fino in fondo: è un lavoro incredibilmente attento ad ogni particolare, ma alla lunga un po’ sfiancante e tedioso, soprattutto nel voler sempre immergersi in una dimensione sognante e impalpabile, fatta di echi vocali e gentili strumenti. Manca un’affermazione forte e tutto scorre come se fosse la variazione di un unico lunghissimo brano, ricalcato su un romanticismo che rievoca atmosfere innevate e crepuscolari, che sarebbero state amate dai pittori inglesi dell’Ottocento. Tutto è magnificamente soffice e delicato: dal vibrafono e pianoforte di Charming Birds From Trees alla chitarra acustica della morissettiana (Heart Of The House) Where Foxes Hide, dalla rarefatta Bears On My Trail, in cui gli arrangiamenti vocali sono debitori a Marissa Nadler, alla jazzata In Lovely o agli svolazzi elettronici della conclusiva Heart Of The Woods. Porcelain, il singolo apripista, è l’episodio migliore dell’album: un pianoforte scheletrico che accompagna la voce fatata della Dosen, sorretta anche dalle chitarre di Paul Gregory dei Lanterns On The Lake, rievoca sentimenti fragili alla Massive Attack. Molto toccante è Amelia, anch’essa al pianoforte, malinconica e ariosa, mentre All Wishes Are Ghost e l’iniziale I Heard The Owl Call My Name, con i suoi riverberi vocali, raggiungono perfettamente l’obiettivo. Seppure, dunque, non ci sia nessuna traccia che non possa dirsi valida, alla lunga l’ascolto diventa stancante e si fa fatica a giungere fino alla conclusione senza essere colpiti da un improvviso colpo di sonno.
Moon è un buon esordio, godibilissimo e ricercato, e riesce nel suo intento di voler creare un determinato panorama sonoro, dominato da luci soffuse e da ambientazioni notturne. Indubbia è anche la qualità dei due componenti degli Snowbird, ma, proprio per le aspettative generate dalle loro storie precedenti, Moon non esaudisce in toto le attese e rimane solo un esperimento estetico un po’ privo di sostanza.
Label: Bella Union
Genere: Dream Pop
Anno: 2014
Tracklist
1. I Heard The Owl Call My Name
2. All Wishes Are Ghosts
3. Charming Birds From Trees
4. Where Foxes Hide
5. Amelia
6. Bears On My Trail
7. Porcelain
8. Come to the Woods
9. We Carry White Mice
10. In Lovely
11. Heart Of The Woods
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