Dopo un debutto, Half Way Home, costruito per lo più su melodie acustiche e scheletriche, Angel Olsen torna con la sua seconda fatica, Burn Your Fire For No Witness, la prima pubblicata sull’etichetta JagJaguwar. Grazie anche alla produzione del prezzemolino John Congleton, ormai una vera e propria istituzione della musica indie, BYFFNW è un’ottima prova di cantautorato al femminile, uno splendido collage che attraversa vari umori e sensazioni, legate per lo più a delusioni d’amore, costruito come un diario privato donato all’ascoltatore. La splendida voce della Olsen – molto vicina a Beth Jeans Houghton in alcune tonalità – accompagna una serie di brani molto diversi fra loro, ma accomunati da una struttura attenta ad ogni particolare. Definito dalla stessa artista come un gruppo di canzoni nate da “heartbreak, travel and trasformation”, si tratta di un’opera evocativa, autobiografica, che si rifà ad un vastissimo range di ispirazioni musicali, da Joni Mitchell al country folk, da certe cupezze grunge fino al cantautorato contemporaneo (Sharon Van Etten, Feist).
L’album si apre con Unfucktheworld, che, costruita solo su voce e chitarra elettrica, richiama proprio gli esordi della Van Etten ed è di una sincerità disarmante nel suo dolore per la fine di una relazione. Il singolo Forgiven/Forgotten, invece, confonde subito le carte in tavola, con il suo suono grunge e distorto, che ricorda l’ultima prova di Brisa Roché, mentre Hi-Five si riallaccia alla country song venata di rock, nello stile di Neko Case e con un incipit che omaggia Hank Williams (I feel so lonesome I could cry). Il cuore di Burn Your Fire è incarnato da White Fire, lunga confessione notturna e solitaria dai toni coheniani, in cui la Olsen non ha paura di nascondere le sue angosce (If you’ve still got some light in you/then go before it’s gone/burn your fire before no witness/the only way it’s done): grazie alla profondità di ispirazione e ad un autentico decadentismo, White Fire si candida a diventare uno dei brani dell’anno. High & Wild è un classico rock costruito su un impasto di chitarre e su un intervento di pianoforte nella coda: da questo momento l’album si spoglia sempre di più di strumenti e arrangiamenti fino a raggiungere, nel finale, la composizione acustica. Lights Out guarda alle atmosfere dei Widowspeak e Mazzy Star, Stars è un brillante brano pop rock dai toni 70’s. Dance Slow Decades è una ballata tanto tradizionale quanto rischiosa, soprattutto nell’ammettere a se stessi che tutto ciò che si è vissuto è una mera illusione e che non esistono considerazioni oggettive, ma tutto dipende solamente dal nostro personale sentire: Don’t look around, it’s not right, it’s not wrong/Dance because you know the song/I dance because I know this one. Enemy è una pura e delicata folk song, nello stile di Laura Marling, mentre la conclusiva Windows esalta la sua voce da soprano in un’atmosfera intima e appassionata.
Grazie a Burn Your Fire For No Witness, la Olsen ha creato un’opera convincente in ogni suo momento, sincera, autobiografica e disarmante nella sua bellezza: le tante sfumature e sonorità riescono a fondersi perfettamente, grazie anche ad un’ispirazione nella scrittura fuori dal comune. BYFFNW si candida a essere uno degli album di cantautorato dell’anno.
Label: JagJaguwar/Goodfellas
Genere: Indie folk
Anno: 2014
Tracklist
01 – Unfucktheworld
02 – Forgiven/Forgotten
03 – Hi-Five
04 – White Fire
05 – High & Wild
06 – Lights Out
07 – Stars
08 – Iota
09 – Dance Slow Decades
10 – Enemy
11 – Windows
Commenti Recenti