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mar 17

Nicole Atkins – Slow Phaser

Nicole-Atkins-Slow-Phaser-front-cover-300x300Finanziato attraverso la piattaforma PledgeMusic, attuale strumento scelto da artisti di nicchia per raccogliere fondi destinati alle loro opere, Slow Phaser, terzo album di Nicole Atkins, è stato descritto dalla stessa cantautrice come “desert disco”. Una definizione che, in certi momenti, calza a pennello per le undici tracce che vedono la meravigliosa e unica voce dell’interprete – da taluni paragonata a Roy Orbison per atmosfere e timbri – cavalcare arrangiamenti ben distanti da quelli magniloquenti e fiabesci del debutto Neptune City (2007) e da quelli indie rock e alt country dell’appassionante Mondo Amore (2011), fino ad ora la sua prova migliore. La Atkins ha deciso di affidarsi, di nuovo, alle mani del produttore del suo esordio, Tore Johannson, che le ha cucito addosso una nuova veste, molto più “americana”: scorrendo Slow Phaser si immaginano lunghe corse con Harley Davidson attraverso le infinite highways, circondati da canyons e deserti. Se questo era l’obiettivo, è pienamente centrato, ma l’album rivela qua e là qualche incertezza, dovuta alla leggerezza eccessiva dei toni.
L’apertura di Who Killed The Moonlight è la perfetta concretizzazione di “disco prog rock” – altra definizione data in questi mesi di registrazione – : un pop blues, nello stile di Shivaree, cantato con voce roca e sexy, prima di un chorus dominato da synths e da cadenze disco. Le timbriche country di It’s Only Chemistry, con tanto di ritornello corale, fanno da perfetto trait d’union tra i suoi due album precedenti: una strofa ariosa va a braccetto con un banjo e un piano, quasi a creare una melodia da saloon. Il singolo Girl You Look Amazing guarda a Sheryl Crow e Chrissie Hynde con un ottimo giro di basso, ed è un brano divertente, ma niente di più. Cool People, con un’interpretazione tanto splendida quanto naturale, sfrutta un arrangiamento sognante con spruzzate di elettronica, interrogandosi su come ci si senta ad essere popolari e self confident. Red Ropes, composta insieme a Jim Sclanuvos (Nick Cave), è un’ottima ballata dalle tinte noir sulla difficoltà di sciogliere le relazioni più complesse, che, nel finale, riserva un coro su cui l’artista del New Jersey si erge con tutta la sua potenza vocale. What Do You Know ricorda gli ultimi spiacevoli tentativi di Alanis Morissette, così come più avanti Sin Song è breve e confusa, mostrando delle crepe di ispirazione. L’organo che apre e sorregge Gasoline Bride si unisce ad un efficace stomping e a sintetizzatori in un esperimento riuscito e atmosferico; The Worst Hangover è un indie rock dalle forti tinte blues, il cui ritornello “Operator! Operator! Give me number 911 – I’m dying”, emblema melodrammatico di tutto il brano, sfuma nel finale fino a scomparire. La conclusiva Above As Below è una toccante ballata con acustica, batterie e poco altro, se non quella voce unica che, in questo Slow Phaser, è stata troppo sacrificata a favore di scelte rischiose e apprezzabili, ma non tutte totalmente messe a fuoco.

Label: Oh’Mercy!Records
Anno: 2014
Genere: Indie Rock

Tracklist

01 – Who Killed The Moonlight
02 – It’s Only Chemistry
03 – Girl You Look Amazing
04 – Cool People
05 – We Wait Too Long
06 – Red Ropes
07 – What Do You Know
08 – Gasoline Bride
09 – The Worst Hangover
10 – Sin Song
11 – Above As Below

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