Massimo Barbiero & Marta Raviglia – Gabbia

Ecco due musicisti che non disdegnano i rischi e che da tempo si cimentano in dimensioni ai margini delle musiche più seguite ed ascoltate, imperterriti nel seguire la loro ispirazione, ovunque li possa condurre. Massimo Barbiero e Marta Raviglia hanno alle spalle progetti in proprio, in duo e con gruppi ormai parte della storia della musica improvvisata in Italia quale gli Enten Eller o gli Odwalla. Questa volta hanno scelto di mettersi insieme e di realizzare un progetto piuttosto ambizioso in cui si incontrano le percussioni del primo e la voce, filtrata anche da effetti elettronici, della seconda, occasionalmente anche al pianoforte. È una musica coraggiosa che ha preso come punto di riferimento la libertà, espressa in una parola che ne è l´esatto contrario, la gabbia, al fine di mettere in evidenza il lato negativo, cioè il rinchiudere in un´area ristretta le voglie ed i desideri di chi cerca gli spazi infiniti. Per fare ciò si esprimono con un linguaggio musicale radicale, moderno, a tratti ostico, prendendo a prestito dall´ampia scelta della letteratura italiana testi antichi, di Leonardo Da Vinci o Ludovico Ariosto, tutti intorno al tema scelto. I due lavorano nell´ambito di una cornice precisa in cui l´improvvisazione ha un suo spazio ma non è l´elemento decisivo, qui tutto scorre in modo esatto, elaborato in precedenza intorno a dei punti dove le liriche e le percussioni ancestrali si incontrano anche con effetti elettronici che straniano la voce con effetti originali. Questo duo scappa da qualunque gabbia o spazio li si voglia rinchiudere. La loro è una metafora che si può estendere a qualunque forma di prigionia, anche musicale, legata a stili o dettami qualsiasi. Voce e percussioni, gli strumenti più antichi a disposizione dell´umanità, celebrano insieme ad effetti più moderni e tecnologici uno dei temi più cari ai poeti ed ai letterati.