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apr 02

Nina Persson – Animal Heart

Nina_Persson_Animal_Heart_coverAbbandonati, sembra definitivamente (almeno per il momento) le vesti di prima donna e leader della band svedese The Cardigans, Nina Persson ha deciso di intraprendere la carriera solista: non che questa sia una novità, dati gli esperimenti sotto il senhal di A Camp, che l’avevano vista collaborare con numerosi artisti, quali Joan As Police Woman o l’ex Smashing Pumpkins James Iha. Ora, giunta agli “anta” e fresca di maternità, la Persson si riappropria della sua identità e sforna Animal Heart, affidandosi alle mani del marito Nathan Larson e di Eric D. Johnson dei Fruit Bats. Questo debutto raccoglie tutte le varietà di musica pop ascoltata negli ultimi decenni, ma si discosta sia dalle atmosfere algide e rock di Gran Turismo (1998) – e dai suoi ritornelli memorabili, da Erase/Rewind a Paralyzed e My Favorite Game – sia da quelle calde e acustiche di Long Gone Before Daylight (2003) della sua band. Purtroppo, nonostante il marchio di fabbrica della voce dell’interprete, l’album scorre via senza lasciare alcun fremito. Si tratta di un susseguirsi di brani privi di difetti, insipidi, talmente innocui da evaporare subito dopo la fine dell’ascolto: si passa dalla title track che tenta la strada di una lieve elettronica e che viene salvata in corner da un chorus ottimamente interpretato, a una Burning Bridges For Fuel, delicata melodia pianistica risentita già migliaia di volte, seppur piacevole, a una Dreaming Of Houses, durante la quale ti scervelli per chiederti dove hai già sentito quella ritmica, a Clip Your Wings, a metà strada tra Vanessa Carlton e Sara Bareilles. Sfortunatamente questi episodi iniziali si rivelano essere i migliori, e ciò che segue mostra poca ispirazione: la lieve Jungle, che sembra essere stata strappata dalla discografia di Leona Lewis; la uptempo Food For The Beast, sbiadita copia della prima Sophie Ellis-Bextor; The Grand Destruction Game e This Is Heavy Metal, dai titoli fallaci, sono due delicati numerini pop, di cui il secondo, dai toni jazzati e pianistici, stenta sempre a decollare. Si salva Forgot To Tell You, semplice e diretta, con leggeri sintetizzatori e accenni di organo.
Tutto è estremamente radiofonico e tiepido, come se la Persson abbia viaggiato con il freno tirato e abbia temuto di lasciarsi andare: Animal Heart è, dunque, un album prescindibile ai più.

Label: Goodfellas
Genere: Pop
Anno: 2014

Tracklist

01 – Animal Heart
02 – Burning Bridges for Fuel
03 – Dreaming of Houses
04 – Clip Your Wings
05 – Jungle
06 – Digestif
07 – Food for the Beast
08 – Forgot to Tell You
09 – Catch Me Crying
10 – The Grand Destruction Game
11 – Silver Like the Moon
12 – This Is Heavy Metal
13 – Sometimes

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