Tempo fa, dedicai parte di questo spazio, ai Misty Morning, emergente band romana fautrice di un doom metal sanguigno e senza fronzoli, all’epoca usciti con il loro primo full lenght, dal profetico titolo di Martian Pope, e capaci di sorprendere chiunque per l’inarrestabile passione racchiusa in quelle sei canzoni dell’esordio.
Originalità, cattiveria, precisione: questi gli elementi contenuti nella loro precedente release e questi gli elementi che ritroviamo in Saint Shroom, trionfale vinile in uscita per Doomanoid Records, preziosa etichetta d’Oltremanica, terra in cui i nostri – tra l’altro – hanno da poco concluso magnificamente la loro mirabile sortita.
Saint Shroom si compone, come ogni vinile che si rispetti, di due facciate: la prima, “ad aprire la cerimonia per il Santo Fungo”, contiene l’omonima titletrack, incantevole suite di ben dodici minuti a cavallo fra l’acida psichedelica dei tardi anni ’70 e l’irruenza del doom vecchia scuola.
Una memorabile cavalcata di fronte alla quale molte presunte metal band fighette nostrane dovrebbero chinare la testa.
La seconda facciata, accoglie Jellotron … e la magia è compiuta: arie spaziali, tensione elettrica, stati di sospensione che, sotto molti punti di vista, ricordano le atmosfere lisergiche dei primi Black Sabbath o, ancor di più, dei – purtroppo – dimenticati High Tide.
Cos’altro aggiungere?
Niente, oltre alla speranza di poterli presto vedere live.
ago 03
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