La parola chutzpah viene dall`yiddisch, la lingua parlata dagli ebrei tedeschi prima della tragedia dell´olocausto e significa audacia, insolenza, un termine che i tre musicisti hanno voluto applicare per definire questa incisione. Marco
Tiraboschi alle chitarre, Gino Zambelli alla fisarmonica, accordina, bandoneon e Simone Prando al contrabbasso hanno optato per una musica globale, forse inevitabile nella contemporaneità di un oggi in cui gli stimoli sonori provengono da un mondo sempre più privo di confini. Proprio per questo il loro progetto rifugge da una classificazione rigida e si inserisce in modo tangenziale fra le culture con cui sono a contatto, dalla musica balcanica al tango al genere classico restando comunque creativi e capaci di esprimere una loro dimensione che ingloba le loro esperienze in altri gruppi a loro volta dediti ad altre musiche. Ne viene fuori così qualcosa di ibrido e con una propria dimensione, libero da vincoli di appartenenza, fluido di scorrere dove alla loro fantasia non viene posto alcun confine. Appare di tutto, dalle atmosfere balcaniche di Flatlandia alle chitarre elettriche che dietro la fisarmonica nella seconda parte di Agosto danno un´atmosfera di inquietudine espressa per mezzo di sottili distorsioni per poi ritornare ad un balcanico in trasferta in Francia con La nuit parisienne, qui il contrabbasso di Prando si prende un bello spazio ed appaiono le percussioni di Mauro Occhionero, presente anche su Piviki con seducenti atmosfere che provengono dall´Est dell´Europa. Sono da ricordare ancora le dissonanze di Osho e le malinconiche atmosfere di Abelase. Il disco appare compatto nei suoi quaranta minuti e gira in modo concentrato su un´idea di musica globale che alla fine appare perfettamente realizzata.
Genere: inclassificabile
Label: Dodicilune
Anno 2013
Tracklist
01. Flatlandia
02. Trois
03. Rapsodia satanica
04. Osho
05. Agosto
06. La nuit parisienne
07. Abelase
08. Nina nana
09. Piviki
Commenti Recenti