Dopo il terribile ed ingiusto flop di Flesh Tone, album che tra intenti nobili (We control the dancefloor) e potenti ritmi dance l’aveva portata a diventare la regina dei bpm accompagnata dalle produzioni di Benassi e David Guetta, Kelis aveva deciso di far perdere le tracce di sé nella musica e buttarsi sulla sua grande passione: la cucina. Dopo aver preso parte ad un corso all’istituto Cordon Bleu di Parigi e aver iniziato il suo show televisivo di cucina, la trentaquattrenne newyorkese ha deciso di darsi un’altra possibilità con quel mondo che le ha sempre negato il successo mainstream che meritava e, unite le sue forze a Dave Sitek, mente dei Tv On The Radio, pubblica Food. Già a partire dal titolo dell’album, si capisce come l’intero concept giri intorno al cibo e anche il nome di molte tracce non fa altro che ripetere questa stravagante ispirazione. Cosa ci ha cucinato questa volta la talentuosa Kelis? Un mix di soul e r’n’b vecchio stampo, di funky dai suoni caldi, con ricche presenze di fiati e di influenze 70’s, un esperimento incredibilmente piacevole che ne conferma il talento. Guardando indietro alla sua più che decennale carriera, l’ex moglie del rapper Nas non ha sbagliato mai un colpo, muovendosi tra generi diversi, ma conservando sempre una spiccata personalità, che passa, soprattutto, per quella voce pastosa e roca: dagli esordi firmati The Neptunes, in cui Pharrell Williams le cuciva la veste di ragazza del ghetto ribelle (Caught Out There, Young, Fresh ’N’ New) ma anche sofisticata (Suspended), al calderone di stili di Tasty (con il tormentone Milkshake) al bellissimo e complesso Kelis Was Here, che passava dall’hip hop, al pop, all’elettronica fino ad arrivare alla bossanova e, infine, la dance più dura e pure di Flesh Tone.
Ora Kelis decide di tornare alle sue radici più black e di consegnarci un lavoro che è ben distante dalle mode del momento, convinta, ormai, che la scalata alle charts le risulti impossibile: dunque si avvicendano brani dalla smaccata struttura funky come il singolo apripista Jerk Ribs, con i suoi fiati da capogiro, o la jazzata Hooch, i coretti della solare Breakfast (in cui sembra riecheggiare l’ultima Solange), il ritornello memorabile di Forever Be che flirta maggiormente con il moderno, con qualche spruzzata di sintetizzatori, il caldo organo e la sensualità vocale di Floyd, i bonghi e il clapping di Cobbler, i cui impasti vocali guardano a Janelle Monae. Ma quando Food rischia di divenire troppo uniforme, ecco spuntare il numero acustico a due voci di Bless The Telephone, romantica e leggiadra ballata, seguita da un blues dai sapori western di Fish Fry, in cui l’artista si lamenta del suo lover e lo supplica di darle ciò di cui ha bisogno. Change con le sue tinte messicaneggianti si rivela essere una delle sue prove vocali più convincenti, Biscuits’n’Gravy è una ballata soul prima dell’esplosione di fiati nella coda, mentre la conclusiva Dreamer è una sognante ninna nanna sorretta da archi e campanellini.
Un ritorno in grande stile e uno dei migliori album black degli ultimi anni: passionale, vivace, rétro, è un’ennesima prova dell’incredibile talento di Mrs. Rogers.
Label: Ninja Tune
Anno: 2014
Genere: Funky, Soul
Tracklist
1. Jerk Ribs
2. Breakfast
3. Forever Be
4. Floyd
5. Runner
6. Hooch
7. Cobbler
8. Bless The Telephone
9. Fish Fry
10. Change
11. Rumble
12. Biscuits ‘n’ Gravy
13. Dreamer
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