Per mille versi – con sputata sincerità – questo Il sole nudo, album dei milanesi Alcova, nei meandri dei Seventies del Progressive italiota avrebbe fatto una fortuna immensa, il suo è un accorato e angosciato punto fermo estetico da fare invidia a certi Cervello, Quella Vecchia Locanda e Metamorfosi, e anche ad un odierno Pane e/o Il Bacio della Medusa, un lavoro epico e “colto” che porta avanti una poetica metafisica lontana mille miglia dalle esasperazioni commerciali o da quelle proposte sempliciotte spacciate a chili per “underground”, nonche la schietta conseguenza di un disco che ti strappa dal quotidiano e ti trasporta nei sogni reali di questa società che a chiamarla società suona come una bestemmia sonora.
Nove brani appassionati, fradici di giustizia e malumore, un ascolto da brivido e da veleno che rigurgita poesie “selvagge” tra rock, scatti prog, teatralità sonica e quella diabolica contaminazione – appunto tra realtà e onirico – che senza ritocchi, aggiustamenti e compromessi di sorta trabocca dallo stereo al pari di una urgenza umana delirante di libertà. Gli Alcova, band non facile da trovare tutti i giorni, producono adrenalina e “fabbricano” vene gonfie proprie di quella mid-grandezza che certe formazioni ecumeniche degli anni del “potere & utopia” ne facevano vanto e che scorrazzavano tra afflati e idee soniche bollenti da mettere in pratica, la loro è una concretezza che va oltre il “dischetto”, la loro è una potenza razionale della quale oggi come oggi – per chi coabita nelle stanze del rock – se ne avverte un bisogno pazzesco per andare a scavare in profondità l’essenza del messaggio lirico, e qui dentro c’è da rabbrividire d’intenti e di “piacere rosso”.
Ascoltare - tra le tante in sequenza – il walzer sarcastico di una giovinezza tra le macerie della guerra di Adelheid, l’amore a passo marziale ed elettrico in Il sole nudo, la messa al chiodo di una esistenza al bivio Risvegli e il basso rimbrottante di Marilyn, traccia che punta il dito sulla mancanza di autodeterminazione personale, è quasi un lusso che non si aspettava di certo, un disco che assembla due pulsioni apparentemente opposte ma invece è solo originalità e grazia istintiva sorprendente
Label: RossoCorvo
Anno: 2014
Genere: Rock Prog
Tracklist:
1. Damasco
2. Adelheid
3. Cannibali
4. Il sole nudo
5. L’alba verrà
6. Scintille
7. Risvegli
8. Occhi neri
9. Marilyn
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