“No money, no family/ 16 in the middle of Miami” è stato uno dei versi hip hop più azzeccati dell’anno scorso e Work, primo singolo estratto dal debutto di Iggy Azalea, The New Classic, un brano in cui la biondissima rapper australiana snocciolava rime sul suo passato e sulla difficile ascesa al successo. Dopo numerose e fastidiose delays della data di uscita, alla fine, dopo quasi un anno (e quattro singoli), possiamo finalmente capire se dietro l’hype che ha circondato il suo nome – ha aperto, fra l’altro, alcune tappe del tour di Beyoncé – si nasconda del vero talento. Iggy Azalea è piacevole, una discreta rapper, ma l’album manca di qualcosa: da lodare è la volontà di mescolare diversi generi, in primis rap e pop, e di concedere all’ascoltatore continui rimandi agli anni Novanta, ma la prima porzione dell’album è debole, risentita, banalotta, senza considerare che le idee migliori la Azalea ce le ha già fatte sentire con i suoi singoli, Work su tutti, ma anche la collaborazione con la sempre più interessante Charli XCX (la mente dietro I Love It delle Icona Pop) in Fancy, in cui si respira aria di hip hop degli inizi conditi con un accattivante hook che guarda a Gwen Stefani. Change Your Life, terzo estratto, con il featuring di T.I., è più vicino ai nostri giorni e vede l’artista cavarsela con il cantato pop sfiorando i toni electro trash di Ke$ha. Relegato, chissà perché, alla deluxe edition, Bounce, breve cantilena pop in salsa bollywoodiana, che fa tanto M.I.A..
Il dilemma sta nelle altre tracce: se il flow dell’iniziale Walk The Line è impressionante, quasi a ricordare Da Brat, il chorus allinea le solite banalità sullo status ormai conquistato, così come le liriche della successiva Don’t Need Y’all, musicalmente riuscita con i suoi effetti da vinile e un ritornello pop e delicato. 100, con la collaborazione di Watch the Duck, rivela il problema di fondo di The New Classic: strofe convincenti nella maggior parte, ma ritornelli troppo facili, scontati, che rompono la tensione creata dalle rime della Azalea. 100, ad esempio, con quella fastidiosa chitarra acustica trattata di sottofondo, ricorda una brutta copia di Shawnna, con tanto di voce maschile che intona uno scialbo tentativo di rendere il brano il più orecchiabile possibile. New Bitch è un trascurabile inno femminista con beat electro dance alla Ne-Yo; Impossible Is Nothing, nonostante si sorregga su campanellini e liriche di incoraggiamento per i suoi fans, non suona così onesta come forse era il suo intento. E quando le speranze sono ormai disilluse, ad eccezione dei già citati singoli, The New Classic risale finalmente la china: la produzione di Stargate regala alla Azalea una Goddess con tanto di chitarre rock nel finale, che rivela la sua parte più cocky e avvincente; Black Widow, con la britannica Rita Ora al chorus e i continui crescendo su un beat EDM, non sfigurerebbe in un album di Ciara; la reggae Lady Patra, con il featuring di Mavado, trasforma Iggy in una nuova Lil’Kim ed è un divertente numerino che potrebbe far furore quest’estate. Fuck Love, con la sua produzione impazzita che ricorda tanto le migliori cose di Diplo, rievoca la desaparecida Missy Elliott e chiude l’album sollevando più di un quesito.
Più talentuosa e interessante di Nicki Minaj, Iggy Azalea è decisamente più convincente – esclusa Work – quando la sua musica è mirata più al divertimento che all’intento moralistico o all’autobiografismo ed è un vero peccato che l’album sia così spaccato in due metà. Carino, ma di certo non “il nuovo classico”.
Label: Virgin
Anno: 2014
Genere: Hip hop
Tracklist
01 – Walk the Line
02 – Don’t Need Y’all
03 – 100
04 – Change Your Life
05 – Fancy
06 – New Bitch
07 – Work
08 – Impossible Is Nothing
09 – Goddess
10 – Black Widow
11 – Lady Patra
12 – Fuck Love
Commenti Recenti