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mag 13

Larry Manteca – Deep Cut

Deep cutCon la mente rivolta agli immaginifici anni’70, Larry Manteca ci regala questo Deep Cut secondo album dopo Zombie Mandingo dello scorso anno. L’idea di fondo di Alessandro Paiola rimane fondamentalmente la stessa, come la sua forte passione per la strumentalità funk e soul utilizzata per dipingere sfondi musicali che starebbero bene nelle colonne sonore di tv-movie come Starsky & Hutch o Dukes of Hazard (vedi la sgommata finale di Deep Cut, che ci saluta con una certa fretta). La predilezione per gli inseguimenti e il manto stradale è ribadita anche in Don’t stop the traffic lights, uno dei pezzi più dell’album, sostenuto e impreziosito dai fiati, e da Alvin’s Run, veloce e scintillante come una Mustang appena lucidata. Le 7 brevi tracce si muovo lungo questa scia, passando da vaghe improvvisazione free jazz come in Seven Steps to Hell al funky potenziato di Saturation e Groovy Stuff, mostrando un notevole talento nell’assembramento delle sonorità e nella gestione dei ritmi e dei tempi, fondamentale in questi casi. Con Deep Cut Larry Manteca ci accompagna lungo le strade dell’amarcord, rigorosamente a stelle e strisce, senza blandi sentimentalismi ma come se ci trovassimo ancora lì.

Label: Against them all records
Genere: Funk
Anno: 2014

1.    Blue Lights City
2.    Seven Steps to Hell
3.    Don’t stop the traffic lights
4.    Saturation
5.    Alvin’s run
6.    Groovy Stuff
7.    Deep Cut

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