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mag 26

Ramona Lisa – Arcadia

RamonaLisa_Arcadia_review_Under_the_RadarDietro il senhal di Ramona Lisa si nasconde la ben più nota Caroline Polachek, membro del duo Chairlift e fresca di collaborazione con Beyoncé nella scrittura di No Angel, presente nel bellissimo visual album della diva black. Accantonato per il momento il suo gruppo – sebbene si parli di un nuovo album in uscita entro l’anno – la Polachek, durante il suo tour, ha sviluppato le elegie che sono contenute nel suo esordio, non a caso intitolato Arcadia. Registrato in parte all’interno di uno studio vuoto ricavato a Villa Medici a Roma e in parte in camerini e addirittura aeroporti (nella produzione non sono stati eliminati rumori di sottofondo della quotidianità), Arcadia, come suggerisce il titolo, è un omaggio al mondo bucolico tanto amato da Virgilio e, prima del sommo poeta latino, anche da Teocrito: la songwriter vi aggiunge note sintetiche ottenute esclusivamente col computer, ma mai fredde o sterili. I suoni, seppure mai prodotti da strumenti “veri”, sono caldi e avvolgenti e l’album, pur non essendo un ascolto facile, è una rilettura in chiave moderna proprio di un certo tipo di letteratura classica, che faceva dell’amore e delle immagini naturali il suo fondamento.
La Polachek riesce, dunque, perfettamente nel suo intento di voler creare una “musica pastorale elettronica”: il lungo incipit gotico della splendida title track, con tanto di campane e svolazzi elettronici, e la magica ed eterea interpretazione – Kate Bush è la costante influenza di questi bozzetti – ne sono un esempio. Backwards & Upwards si avvicina maggiormente all’elettropop del suo gruppo, ma a svettare è ancora l’angelica voce dell’artista, che ricorda, in questo numero pop dance, la Bjork degli esordi. Getaway Ride (Cha Cha Cha) si apre con delle campane di una qualche chiesa romana per poi diventare un numerino elettronico orecchiabile alla Emiliana Torrini di Tookah ma con maggiore attenzione a non far mai cadere la piacevolezza pop. Un’altra influenza evidente è quella di Beth Orton nel creare un folk elettronico mai gelido, ma sempre appassionato e appassionante, come nell’organo sintetico di Avenues, inframmezzata da fruscii e accenni onirici. I sintetizzatori e i coretti di Lady’s Got Gills richiamano una St. Vincent meno audace, ma altrettanto interessante quando si fa largo un convicente momento strumentale. Hissing Pipes At Dawn e la conclusiva e un po’ dispersiva I Love Our World sfruttano solo la programmazione, senza alcun tipo di intervento vocale, per raggiungere un utopistico mondo agricolo atemporale e aspaziale. La ballata Dominic accosta la Polachek a Keren Ann, anche nella sincerità delle liriche (“Dominic, you and me are a perfect disaster”). Dopo la brevissima e goldfrappiana Reprise, Izzit True What They Tell Me ricorda la Feist di Let It Die, con quell’intellettualismo da french pop abrasivo, mentre Wings Of The Parapets è una gemma di dream folk alla My Brightest Diamond.
Arcadia è una piacevolissima sorpresa e, anche se non di immediata presa, è un leggiadro e riuscitissimo tentativo di rievocare atmosfere letterarie e fantastiche di un mondo irreale.

Label: Pannonica/Self
Anno: 2014
Genere: Elettronica

Tracklist

01 – Arcadia
02 – Backwards & Upwards
03 – Getaway Ride (Cha Cha Cha)
04 – Avenues
05 – Lady’s Got Gills
06 – Hissing Pipes At Dawn (They’re Playing Our Song)
07 – Dominic
08 – Reprise
09 – Izzit True What They Tell Me
10 – Wings of the Parapets
11 – I Love Our World
www.e-grapes.com

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