a cura di Tiziana Puleio
Sono passati 13 anni da quando il Primavera Sound apriva timidamente le sue porte al pubblico nel Poble Espanyol, pittoresco villaggio sulle pendici del Montjuic a Barcellona. Conquistando 8000 presenze e un ritorno mediatico che lasciava presupporre la riuscita dell’evento per il futuro. E le 190000 persone registrate a chiusura della 14ma edizione appena passata non lasciano più alcun dubbio.
Ciò che nel tempo è rimasto invariato è il vero segreto del successo del Festival: il suo spirito urbano, vicino alla gente, vario nella selezione delle band come nel modo di usufruirne, ad accontentare qualsiasi gusto e portafogli. Già a partire dagli inizi di maggio, il Primavera als Bars occupava una 30na di bar della città con una programmazione giornaliera aperta a tutti.
Un Festival metropolitano insomma, che tocca ormai quasi tutti i quartieri della capitale del sole spagnola e si conclude nell’immenso Parc del Forum, situato idealmente in posizione poco distaccata dalla città ma di facile accesso, e affacciato sul mare. Qui, con ben 12 scene, dal 29 al 31 maggio scorsi si sono ammassate migliaia di persone ed esibite decine e decine di band, a sommarsi a tutte le altre per un totale di 350.
Nine Inch Nails, Volcano Choir, Pixies, Arcade Fire, Queens of The Stone Age, Mogwai, Godspeed You! Black Emperor hanno portato alla mente di tantissimi ricordi di anni e anni vissuti al ritmo infiammato della loro musica. Caetano Veloso, Charles Bradley e compositori ultraterreni come Blixa Bargeld, risvegliato sensazioni d’amore, malinconia, brivido. Wolf Eyes, Chrome, Neutral Milk Hotel, Slowdive, confermato ancora una volta la loro forza sul palco. E contemporaneamente, ad accontentare i party people votati a elettronica, minimal, tecno e sperimentale, si sono esibiti, tra gli altri, Laurent Garnier, Julio Bashmore, John Talabot, Moderat, The Haxan Cloak e Factory Floor.
La presenza del pubblico spagnolo ha mantenuto la sua superiorità numerica, ma a poca distanza da quello internazionale, al 44% quest’anno, con provenienza da 56 paesi. In gran parte, per fare business, grazie al Primavera PRO, terreno fertile per i protagonisti del mercato discografico.
E se questa sera si chiuderà del tutto la programmazione barceloneta, il Primavera rifiorirà domani stesso, per un lungo weekend, a Porto, riproponendo diversi nomi dell’edizione spagnola e alimentandosi di sole ed energia portoghesi.
L’essenziale è non fermare la musica, e inaugurare a ritmo battente una nuova estate.
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