Mettiamo tutto subito ed in chiaro, Pietro Zazzarini, in arte Pierre Ferrante ci consegna un disco – il secondo di carriera – You, Babe geniale e di eterna giovinezza, quel senso asessuato e androgino che rifugge dai suoni cattedratici per volare alto tra soul, sghiribizzi looner, free-form poetici jazzly fatti di luci, ombre, notti, inquietudini e abbandoni, tutti fattori di quella razza musicale che non si ascolta mai, e dunque manna dal cielo che è poi la valorizzazione dell’arte dei bagliori esemplari.
L’artista pugliese mette tutta una spregiudicata bellezza creativa nel tessere armonie inafferrabili ed estranianti soluzioni in completa libertà espressiva, piccole acrobazie stilistiche che attirano e ammaliano ascolti irresistibili e lasciano quel sapore in bocca di inusitato, di primizia illimitata; una chitarra e giochi vocali che – come nella meglio tradizione di Ani DiFranco, Rickie Lee Jones, Diana Tejera – evolvono un ascolto fragile e deciso nell’insieme, difficilmente incomprensibile, assolutamente fruibile da chiunque ami la sensibilità al cubo, espansa.
Traiettorie inafferrabili che inseguono armonie inconsuete, ma sempre consapevoli del lessico soul che cova sotto, il rarefatto sornione che rivela un universo intimo arredato da una poetica “tutta al femminile” come la spennata vanesia della titletrack, il soul gattonato che profuma “L’assenza” o la lucidità confessata che brilla nell’oscurità di “Il profumo”, un insieme timbrico caldo e arioso che colpisce anche quando sfiora. E’ solo un secondo disco questo di Ferrante, ma già un ulteriore conferma di grazia.
LabeL: Pippola Musica
Anno: 2014
Genere: Soul ibrido
Tracklist:
1. Non piangere
2. You, babe
3. Jodie
4. L’assenza
5. Ninì, mon amour
6. Ora…è
7. Il profumo
8. Ehi, tu
9. Tempo di pace (Rearrangement of “Jodie”)
10. La morte di un bacio (Alternative take)
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