Secondo disco per il combo all female di Newcastle Bridie Jackson & The Arbour, grandi affabulatrici di un sound ipnotico e folk, voce e suoni univoci di lontane nenie e atmosfere boschive, piccole malie ingioiellate da intrecci timbrici, arie vagamente circuitive tra Joanna Newsom e il termico sognante di una Laura Marling, un disco “d’altri tempi” che gira in un mondo contemporaneo con la stessa magia mai sopita di un incunabolo polveroso e nascosto ai più.
Dieci brani forti della nebbiosa fragranza tradizionale Britannica, lontane essenze celtiche, una Tori Amos che vagheggia leggiadra qua e la e tutti quei giochi armonici che confondono beatamente l’ascolto, violini remissivi e viole per tratteggiare la parte profonda della solitudine che non abbandona d’un secondo il disco; ma è questa la bellezza intrinseca della formazione, la loro appartenenza ad un mondo dove solitudine è sinonimo di grazia raccolta, e ascoltare questo lavoro è quasi un privilegio raro, come perdersi in un bosco fatato e non aver mai voglia di ritrovarsi.
Il violoncello che abita The sandgate dandling song, le antiche albe celtiche in Peace, la poesia notturna Ellie e la jazzata melodia smooth che Bridie – come una moderna Joni Mitchell – rilascia nella conturbante Scarecrow, sono i castoni lussuosi che innalzano il disco a piccola opera d’arte, a grande prova discografica.
Da avere!
Anno: 2014
Lable: Debt.
Genere: Chamber folk
Tracklist:
1. New skin
2. Ellie
3. Prolong
4. Peace
5. Diminutive man
6. We talked again
7. The sandgate dandling song
8. Scarecrow
9. Crying beast
10. One winter evening
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