Impara l’arte (della wave) e mettila da parte, è proprio il caso di dirlo. E’ così che il trio pugliese The Whip Hand approda all’official Wavefold, primo capitolo certificato della loro storia musicale: e senza sottacere i loro istinti primari rock, con queste dieci tracce lattiginose e ammantate di nebbioni elettrici made in Leeds, si immergono negli anni Ottanti fino a non respirare più, un percorso waveing introspettivo e carico di isterismi espressivi che non impiega molto tempo a mettere le cose in chiaro all’ascolto in tutta la sua spigolatura viscerale.
Chitarre nevrotiche, atmosfere e melodie malate, tutta l’indole impressionista di quel tempo che fu e il fuoco umido e costantemente in cortocircuito dello shoegazer dopo l’avvento lamettato del punk incallito, questa l’identità dell’intero registrato, dove tensioni, drumming obliqui e timbri a presa rapida trasportano l’ascoltatore in un mondo smontato, in un metraggio esistenziale e svuotato d’ottimismo che nuota nell’oscuro dell’oscuro, ed è proprio qui che la band cresce nel giusto sistema immaginifico di una allucinazione che mette a dura prova il tasto repeat dello stereo.
I lapilli di Like a water, la carica bofonchiante di un basso guerriero Lost, la robotica pazza di Falling e l’immersione amniotica nella lava spumeggiante di Whenever you want sono i principali capi d’imputazione di un disco di architettura delinquenziale, di quella spudoratezza canaglia che emerge quando le cose – prima di essere buone – sono belle.
Grandi in questo inizio!
Autoproduzione
Anno: 2014
Genere: Wave- Post/Wave
Tracklist:
1. Intro
2. Like water
3. Try
4. Eleven
5. Lost
6. Today
7. Falling
8. Arms
9. A
10. Whenever you want
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