Dire che la cover fa un pò impressione è poco. Ma se ci si autodefinisce una band naked rock, le cose vanno mostrate senza veli pudichi. D’altronde l’elefante nel titolo c’era già, e lo zoo in cui ingabbiarlo sono le 7 tracce di Home Made, EP uscito a giugno per la A20 produzioni indipendenti. A cavalcare l’elefante come un novello Annibale alla conquista della civiltà consumista occidentale è Max Giomi, già leader di Karmas ed Atomo, storiche ed importanti formazioni degli anni ’90 italici. Insieme alle chitarre di JJ e Massimo “Impa” Pistoleri, alla batteria di Luciano Pini ed al basso di Marco “Maccu” Falchi, Giomi canta l’odioso tran tran di tutti i giorni, tra supermercati che puzzano di piscio e passeggini da spingere senza guardare (Have a nice day). La miscela degli Zoo Elephant è un composto altamente infiammabile, che dosa un viscerale alternative rock (come in L’impida, uno degli episodi più interessanti di Home Made) a molteplici episodi più punk molto frequenti nell’EP. Vedi la molto ben costruita Io odio ma ti amo, oppure Figli di dio, ma anche in tono assai minore Pillola Blu pillola rossa, a cui si potrebbe imputare un certo scivolamento finale verso la banalità. E’il rischio che si corre nel puntare molto sui testi, un rischio che gli Zoo Elephant corrono in maniera intelligente grazie alla loro esperienza decennale, ma che ruba molto spazio alle sonorità interessanti presenti in molte parti di Home Made. Fino al comprimerle del tutto in uno spazio troppo ristretto. Come la gabbia di uno zoo.
ago 23
Commenti Recenti