Se dovessi scrivere di questo concerto conclusivo di Ferrara Sotto le Stelle in base ai miei ricordi, probabilmente non avrei oltrepassato la dozzina di battute composte da consonanti e qualche vocale casuale; ho infatti aspettato il giusto tempo di recupero, quello che si ha quando si supera la trentina e non si è più pischelli, per poter descrivere questa data senza influenze dei postumi. Bè, d’altra parte l’avevo dichiarato già da tempo che avrei voluto vivermi questo concerto in maniera un po’ sbarazzina, più da spettatore che da “recensore”, e così è stato; perchè coi Franz Ferdinand mi viene sempre un po’ sete diciamo, perchè mi coinvolgono, perchè era la data conclusiva del festival, perchè era il primo agosto, perchè volevo divertirmi e sapevo che ci sarei riuscito.
Dopo una settimana infernale conclusasi con l’ennesima ora di straordinario a lavoro, ho giusto il tempo di ingurgitare un piatto di tortellini panna e prosciutto riscaldati velocemente, e dirigermi già verso piazza Castello, perchè già dal pomeriggio arrivavano le conferme di un ennesimo soldout, e memore dei miei precedenti ritardi agli altri concerti a questo giro voglio fare bella figura. Abito ad una ventina di minuti a piedi dal centro, poco lontano da casa un gruppetto di persone mi chiede indicazioni per raggiungere piazza Castello, il che mi fa pensare che sarà un venerdì sera con tanta tanta gente. Sono circa le otto quando entro, un caldo tramonto sta accompagnando l’ingresso di tante persone, già i primi accampati all’esterno alla ricerca disperata di qualche ultimo biglietto. In attesa dei The Cribs, ho modo di prendere la prima di una lunga serie di birrette, incontrare con molto piacere amici che non vedevo da tempo, guadagnare una buona posizione per godermi il concerto, spegnere il cellulare col quale sono solito prendere appunti a causa della batteria quasi scarica, perdendo di conseguenza qualsiasi riferimento temporale.
Infatti ad un’ora che poteva essere circa le 21, salgono sul palco i The Cribs, band che personalmente non conoscevo ma di cui ho sentito parlare molto bene; la loro attitudine punk mi prende bene, non si fanno scrupoli sul palco e sanno il fatto loro, mi ricordano gli Ash ma molto più stonati, sono bravi e un po’ bruttini, scaldano il pubblico per un’oretta ma è evidente che la gran parte della gente è lì per i quattro di Glasgow (che a pensarci un attimo, in questa edizione del festival al di là del nostrano Vasco Brondi e della serata inaugurale all’insegna della Neozelanda, tutto il resto ha visto protagonista l’isola britannica) .
A due birre di distanza (ormai il tempo lo misuro così) e con una piazza davvero colma, il palco viene solcato dagli headliner che travolgono subito tutti con un’ondata di energia; “Hello Ferrara, it’s nice to see you…. again!” dice un esuberante Alex Kapranos subito dopo No You Girls, ed ha ragione perchè son passati sei anni dalla loro prima comparsata (e diciamocelo già, in beffa a chi continua a dire che gli organizzatori chiamano sempre gli stessi nomi, ma ben venga il non c’è due senza tre!) quando registrarono un video in bici per il centro storico della città. La cartucciera dei quattro scozzesi è carica di munizioni letali, frutto di ormai quattro album solidi nel tempo che hanno prodotto tantissimi singoli efficaci, e loro come una mitragliatrice scaricano i colpi su un pubblico pervaso di entusiasmo: indiscutibilmente a segno brani come Take Me Out, Do You Want To, Michael, ma d’effetto anche le più recenti, Evil Eye, Right Action e Stand On The Horizon, per non parlare di una reinterpreatazione in chiave forse un pò “moroderiana” di Can’t Stop Feeling che sorprende e che ci fa capire quanto questa band sia riuscita ad avere un sound consolidato ma allo stesso tempo senza farsi mancare episoditi più sperimentali. Ci sono davvero tanti momenti che mi invogliano ad avanzare, a vivere il concerto nelle prime file per ballare, scatenarmi e cantare ancora più forte, ma è davvero difficile riuscire ad avanzare in mezzo a così tanta gente. Passano circa altre due birre per arrivare alla pausa, ma Kapranos e soci non mollano, e tornano poco dopo sul palco con la tripletta conclusiva che manda a fuoco il pubblico, scatenando un vero e proprio incendio finale con This Fire, e Ferrara è davvero in fiamme. Non può esserci epilogo migliore per questa edizione di Ferrara Sotto le Stelle, partita un pò in sordina coi primi concerti all’interno del cortile del Castello ma con una chiusura col botto siglata da due soldout storici che hanno davvero animato la città e hanno siglato la conferma di come questa manifestazione riesca a rimanere baluardo di qualità per la musica dal vivo nel nostro paese. Un sentito e doveroso grazie va quindi a Bobo Roversi che mi ha permesso di vivere tutti i concerti per poterveli raccontare, ed ovviamente per continuare a credere che in un periodo di crisi, tra mille difficoltà, si possa ancora portare avanti un festival di queste dimensioni in una città come Ferrara. Arrivederci alla prossima estate Ferrara Sotto le Stelle, sappiamo che non ci deluderai.
Il ringraziamento finale a Sara Tosi per queste e tutte le altre stupende foto che mi ha fornito,
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