Della serie “non tutte le ciambelle riescono col buco” parlando dell’ultimo lavoro degli Avi Buffalo, la formazione di Long Beach in California esce per la Sub Pop con il secondo disco At the best Cuckold, dieci tracce di alt-pop – come di prassi – spalmate in ballate agrodolci che però – sebbene gli ottimi arrangiamenti – non colgono nell’immediatezza l’attenzione, uno di quei prodotti lungamente attesi e che poi si rivelano deboli e melliflui come tantissimi altri.
Con la produzione di Sheridan Riley e Avigdor Zahner-Isenberg (membri della band), le aspettative si smosciano in fretta, circola nella tracklist molto del sospiro Liverpooliano, bei tomi di malinconia e quasi trentacinque minuti che girano e si rigirano su sé stessi, senza fornire uno spunto, una oncia d’hype a rialzare le sorti di una – ben curata – monotonia. Gli americani immettono nelle liriche un senso di “fuori di testa”, espressioni come divorare cani, suicidi premeditati, autolesionismo a tavolino, accompagnate da chitarre Beatlesiane e molta, molta paranoia, e tutto ciò fa pensare ad un lavoro di transizione, o al peggio, ad una precocissima decadenza di gruppo.
Per rassettare qualcosa che somigli ad uno scatto di un qualcosa, si potrebbe evidenziare la ballata soffice di Oxygen talk, gli anni Sessanta che smuovono Found blind o l’onda elettrica soft a destabilizzare dolcemente Won’t bea round no more, poi è tutto un vuoto debito di stile che passa dritto senza fermarsi un secondo nella testa.
Label: Sub Pop Records
Anno: 2014
Genere: Alt-pop
Tracklist:
1. So what
2. Memories of you
3. Can’t be too responsible
4. Two cherished understandings
5. Overwhelmed with pride
6. Found blind
7. She is seventeen
8. Think it’s gonna happen again
9. Oxygen tank
10. Won’t be around no more
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