
Wet Floor
I Wet floor nascono nel 2005 in Brianza come un power trio prossimo alla scena punk rock italiana. In seguito, anni di live nell’hinterland milanese e la registrazione dei due ep Don’t throw water on tv! e Still fucking don’t know, oltre che l’autoproduzione del primo album L’effetto del curaro, portano i tre ad affinare un gusto sempre più garage, a tratti indie.
Il sound si fa più tagliente ed affilato, scarno e diretto per quanto riguarda il livello espressivo, pieno e potente nella ritmica.
I testi e la voce accompagnano l’evoluzione dei brani in dinamiche ben caratterizzate e strutturate tra momenti cupi e riflessivi di voci sovrapposte, ghost note e palm mute, e aperture vigorose sostenute da potenti power chords. Profezia in 12 pezzi è il loro ultimo album, autoprodotto. L’album contiene dodici tracce inediti corredate di una intro e un intermezzo che modulano il percorso tematico e musicale del disco. L’LP è, infatti, il racconto di una provocazione spinta a corrodere l’esistenza della folta schiera di idoli religiosi, politici, mass mediali che inquinano la nostra epoca, compromettendo l’autonomia individuale.
La profezia dei Wet Floor è l’antitesi di questo concetto: la negazione di una esistenza legata da qualsivoglia dogma o dipendenza e l’aspirazione alla pura e vera autodeterminazione. Testi e parti strumentali si susseguono in stacchi sempre coerenti e significativi, pronti a protrarre questo viaggio con risolutezza, superando dubbi, difficoltà e malinconie, attraverso soluzioni ritmiche e musicali sempre nuove e di volta in volta variamente architettate.
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