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ago 30

VenaViola – Smash Up

Ci deve essere un motivo che spiega perché alcune regioni sono più interessate di altre a determinati generi. Per esempio in Campania ci sono un sacco di gruppi che si cimentano con il trip hop, ma non vedo molte somiglianze tra Napoli e Bristol, così come è veramente molto tenue il legame tra Robert Del Naja e la terra dei suoi avi. I VenaViola confermano questa predilezione per le atmosfere struggenti del genere pubblicando l’ottimo Smash Up, la loro terza prova dopo i precedenti 360 Muse, L’ira di Gaia ed il demo Soundtrack, la Terra, che risale al 2006. Dopo vari cambi di formazione e 5 anni di attività, tutta l’esperienza accumulata si sente nella registrazione di Smash Up, che presenta almeno due ottimi pezzi come Poison ed An Awful Creation ed una maggiore propensione alla forma canzone. A colpire è l’ottima voce di Veta, che riesce a rendere al meglio il genere con una decisa e ferma delicatezza, e la resa del basso di Gaetano Vessichelli che vanta un passato post rock (Edelweisse e Tenia) di cui si possono notare diverse tracce nei pezzi di Smash Up (vedi Don’t trust him). Lo scintillante tappeto elettronico (a dir poco abbagliante in An Awful Creation) è invece magistralmente adattato ed offerto da Angelo Cusano, artefice principale insieme a Gaetano dei VenaViola nell’ormai lontano 2005. L’utilizzo del piano e delle tastiere presenta invece molti chiaroscuri. Se infatti in buona parte del disco si sposa alla perfezione con le melodie dell’album, nella parte finale (vedi Love is not your best weapon che sembra modellata sui Notwist) esonda dal suo alveo naturale e rende tutto un po’ sdolcinato e zuccheroso.

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