Quello che l’americano di Seattle Mike Hadreas – in arte Parfume Genius – mette sul piatto del nuovo e terzo album Too Bright sono sempre gli spettri intimi e diabolici di un passato che si carica di ossessioni e turbolenze rarefatte, un soliloquio voce –pianoforte – effetti che tra echi, riverberi, classicità e una buona dose di “sfiga” si fanno sentire in ogni dove, nonostante la voglia di uscirne e di pensare ad altro – vedi il glammy che esorbita in Grid o il galoppo andante che vibra in Longpig – il resto sono stati d’animo grigi e mai accelerati, un disco che a corto andare – e non ci sono miracolistiche – annoia a morte.
L’artista sembra in preda di una matassa di pene d’anima da scontare chissà per quali cose, un disco pentecostale che – salvando la stupenda Queen – non ha nulla che possa far sobbalzare l’ascoltatore; elettronica minimale, qualche sapore soul Fool, un Tim Buckley rimesso in ballo nella titkletrack, piccole convulsioni noir da far ricordare i Xiu Xiu My body ma poi tutto si abbandona per non incappare in un saporifero bivacco tra il lettore stereo e woofer.
Troppe incertezze ancora corrono sul filo artistico di PG, un’androginia ancora tutta da svelare, ma soprattutto una direzione che sia una direzione precisa.
Label: Matador
Anno: 2014
Genere: Songwriting
Tracklist:
1. I decline
2. Queen
3. Fool
4. No good
5. My body
6. Don’t let them in
7. Grid
8. Longpig
9. I’m a mother
10. Too bright
11. All long
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