La Sicilia del pop-rock fa ancora sentire ruggiti e aneliti elettrici, e lo fa attraverso l’esordio del quintetto voGan, Polvere, dieci tracce che scuotono al pari di un cortocircuito interiore, brani che riflettono e ombreggiano tra malinconia e impeto dal retaggio distorto di certi Anhima d’antan, un disco Polvere, un primo passo che – senza nessuna inibizione modaiola - spara le sue cartucce soniche senza perdersi in gingilli vanitosi, chitarre e ritmi dalla scalmana tranquilla, giusto quel tocco di incazzatura soffusa che scorre lungo tutta la tracklist come fosse un resoconto di vita, un insieme di dettagli su cui riconsiderare mosse e disillusioni.
Si, un pop rock d’autore che muove tutto sommato l’ascolto, una impronta sonora che – anche se non importa quasi o nulla delle ultime derive o approdi rock – tira dritto per la sua strada e riesce comunque a farsi largo in certe scelte che lo stereo ambisce. I nostri siciliani gestiscono bene la loro potenzialità, ammaestrano i loro suoni senza mai uscire a “ massa” dalle pedaliere, raccontano intimità e storie “dentro” che passano e si fanno piacere, nulla di esorbitante ripetiamo, ma che si fanno piacere abbastanza. Buona la pulsione amperica di Lisa, il cuore gonfio che scalpita in Nel tempo del peccato, l’epica sofferta de La bestia e 27 gennaio, e tutto quello che satellita intorno, in altre parole un accostamento – da parte dei voGan – al grande pubblico degno di nota e con gli assi nella manica perfetti per giocarsi ottime evoluzioni future. Della serie “buona la prima”.
Anno: 2014
Autoproduzione
Genere: Pop rock
Tracklist:
1. Polvere
2. Lisa
3. Forma astratta
4. Il ritratto
5. Nel tempo del peccato
6. Presenze
7. Abitudine
8. La bestia
9. 27 gennaio
10. Le parole non dette
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