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apr 08

Rain Machine – Rain Machine

Rain Machine

Il tizio che fischietta più o meno seriamente nell’Intro di questo disco è Kyp Malone, chitarrista del fenomeno musicale di questo inizio millennio, vale a dire i newyorkesi Tv on the Radio. Che dopo aver sconvolto il mondo con 4 dischi uno più bello dell’altro, tra cui l’ultimo Dear Science, e dopo aver girato mezzo mondo in tour, hanno preso un po’ di fiato, almeno per un annetto. Meno male, perché non ce la facevamo più a stare appresso a tutte le loro evoluzioni.
E così il nostro Kyp, visto che non ne ha proprio voglia di stare fermo, ha deciso di provare un progetto solista, non molto distante dalle direttrici che segue abitualmente con i TV. Rain Machine infatti suona come la versione pop del gruppo newyorkese, come sembra dal secondo pezzo dell’album omonimo, Give Blood. New Last Name sembra lasciare da parte l’elettricità per affidarsi solo alla voce ed alle mani sapienti di Malone sulla chitarra: echi soul si riflettono su chiari di luna che ormai hanno abbandonato le asperità di Wolf Like Me, per abbandonarsi completamente ad una ballata romantica dalle forme non convenzionali. Con Smiling Black Faces si inizia a capire che il progetto si avvicina a forme di puro lirismo con riverberi rock e sullo sfondo tanta altra roba. Ma il risultato, da qualunque parti lo guardi resta sempre il medesimo: magia pura. Da ascoltare attentamente la fine della traccia per rendersene conto. Sembra quasi di assistere ad una cerimonia religiosa, ascoltando l’organo iniziale di Driftwood Heart che ci proietta in ambientazioni non lontane dalla psichedelia durante l’assolo tamburellato col contagiri.
L’impossibilità di definire un genere univoco che attanaglia la questione Tv on the Radio si ripropone naturalmente anche qui. Rain Machine può essere definito solo con una lista della spesa di una casalinga media italiana: in Hold You Holly il rock cerca di farla da padrone, tra accenni soul e approcci sperimentali, prima di immergersi verso il finale in un lago dal colore bluegrass. Libertà di seguire un sentiero mai percorso finora, mentre Disperate Bitch ti coccola affettuosamente con le lacrime agli occhi, e non ti lascia andare ai rimorsi che ti attanagliano quando finisce tutto. Puro romanticismo: today I would… l’effetto straniante degli ultimi minuti è semplicemente sublime, con vaghi accenni noise dolcemente delicati. Petali di rosa elettronici. Ma non è tutto affidato al romanticismo (?): Love won’t save affida ben poche speranze agli innamorati. Voce e chitarra: minimalismo essenziale con sorpresa celtica finale. Free Ride e Leave the Lights On ripercorrono più o meno lo stesso copione, mentre la finale Winter Song contiene proprietà vocali taumaturgiche in grado di guarire dalla malinconia autunnale che potrebbe attanagliarvi in questo periodo.
Lo stregone Kyp Malone è in definitiva riuscito nell’impresa: distaccarsi dalla casa madre e lasciare un segno tangibile della propria presenza singola con un’opera importante e dalle indubbie qualità. La pioggia inizierà a scendere, lo fa sempre in questo periodo. L’importante è essere preparati: e con un disco come questo avrete un impermeabile di suoni che vi faranno sfidare le fredde gocce invernali davanti alla faccia stupita di ignari passanti mentre cantate sotto la pioggia “All Is love…”.

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