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set 08

Donamorte – s/t

Chi conosce Crotone sa del suo passato di fabbriche, operai, ciminiere e fumi. Un passato industriale che ha scolpito una mentalità collettiva, ma che ha anche seminato inquinamento, rifiuti tossici, tumori. Un passato industriale che ha elargito il lavoro ma anche, appunto, donato la morte. E da quel passato ormai sepolto da troppi anni e mai bonificato sembrano emergere i Donamorte, progetto tutto crotonese composto da Armando Donamorte con la preziosa collaborazione di Kekko e Garmo dei Lost Reality, uno alla chitarra e l’altro alle tastiere. Li abbiamo intravisti per qualche minuto proprio quest’estate prima degli Artifex al Camping San Paolo di Isola Capo Rizzuto, ma siamo sicuri che la loro dimensione più adeguata sarebbe di certo l’area di fronte alle vecchie fabbriche del capoluogo. Le 4 tracce del loro EP hanno il retrogusto industrial tipico della catena di montaggio, ma non quello sperimentale degli Einsturzende Neubauten, bensì quello di Nine Inch Nails e gran parte dei gruppi gotici tedeschi, grazie anche all’aggiunta di sapienti dosi di azzeccati samples elettronici. Basta dare un ascolto all’arrangiamento di Psycho End e della tiratissima Charade, che ha un ritmo talmente sostenuto che sfiora quasi la dance. Ma all’interno della finale Can’t you feel it e, soprattutto, di D.R.E.D.A. (senz’altro il pezzo migliore dell’album), sembra esserci qualcosa di veramente interessante. Specie quando le tastiere sembrano sommergere completamente le strutture della tracce. La wave usata come via di fuga dall’industrial. Come onde del mare che senza sforzo alcuno spazzano via le vecchie fabbriche di un passato che continua a rimanere ostinatamente aggrappato al presente.

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