Meno conosciuti di altri duo del panorama indie-rock statunitense, nondimeno i Dodos hanno avuto un apice di popolarità verso la fine degli anni ‘00 quando uscirono con un mirabolante album dal titolo Visiter. Meric Long e Logan Kroeber hanno a più riprese cercato di raggiungere i livelli qualitativi del loro secondo album, riuscendoci parzialmente solo con il successivo Time to Die. La difficoltà nel rinnovarsi e reinventarsi si sente anche in questo Individ che, lungi dall’essere trascurabile, è pieno di ottimi pezzi. A partire dal singolo Competition, che rende benissimo il concetto con un ritmo sostenuto e stacchi tempestivi; fino ad arrivare a Pattern/Shadow dove contribuisce vocalmente anche Brigid Dawson dei Thee Oh Sees e s’intravedono sprazzi d’intensità latente di eccellente fattura. Quando il volume si accende la band di San Francisco sa il fatto suo grazie all’ottima intesa tra i due protagonisti e questo è fuor di dubbio. La rarefatta The Tide non lascia tregua ma il problema emerge quando il ritmo cala e i Dodos sembrano mostrare il fiato corto e poche soluzioni in attacco. La stessa Precipitation, prima traccia dell’album, è indicativa, dilungandosi a dismisura in cerca di una via d’uscita, ma finendo per avvolgersi e accartocciarsi su se stessa come un foglio di carta destinato a finire in un cestino.
Label: Morr Music
Anno: 2014
Genere: Indie-Rock
1. Precipitation
2. The Tide
3. Bubble
4. Competition
5. Darkness
6. Goodbyes and endings
7. Retriever
8. Bastard
9. Pattern/Shadow
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