Luiz Moretto Quintet – Vampyroteuthis Infernalis

Il calamaro vampiro del titolo e della foto in copertina è una creatura delle profondità degli abissi marini il cui nome deriva dal suo aspetto di incappucciato che gira per l´oscurità alla ricerca di cibo che cade dalle superfici degli oceani. La musica invece ha molto di solare, un incontro positivo fra il violinista brasiliano Luiz Moretto/, presente in alcuni brani alla rabeca, un tipo violino usato nella musica tradizionale del suo paese, ed il connazionale Alipio C Neto ai sassofoni tenore e soprano insieme ad una ritmica italiana costituita da Francesco Lo Cascio al vibrafono, Gianfranco Tedeschi al contrabbasso e Marco Ariano alla batteria. La musica del gruppo italo-brasiliano è piuttosto accattivante, abile nel mettere assieme la tradizione del free, ad esempio il Revolutionary Ensemble di Leroy Jenkins, con i suoni che provengono dall´Africa e che lui ha studiato in Portogallo ed il Brasile. Il vibrafono di Lo Cascio diventa uno strumento che dà un particolare colore all´incisione, sulle orme di un Karl Berger, un ottimo esempio è il suo intervento su Refrações Geométricas, perfettamente integrato con il leader. I momenti improvvisativi, le aggregazioni degli strumenti, il sax soprano di Neto (ad esempio sul brano che dà il titolo al disco), sono ben gestiti dalla mano compositiva del leader, la sua scrittura dà spazio ai sidemen ed evita che si vada verso momenti confusi o poco incisivi. La gestione del flusso sonoro è perfetta così che la musica scorre fluida, coerente ma senza ripetizioni, perfettamente interpretata da una band che ha tutti i numeri per acquisire nel genere una dimensione internazionale. Fra i brani più riusciti il nervoso Saturnia, qui ha modo di mettersi in vista il batterista in un passaggio in duo insieme al sax soprano di Neto. Anche l´iniziale Espiral do Tempo e il finale di Terras de Arroz e Açúcar sono dei brani che hanno quel qualcosa di speciale nell´ambito di quella che è l´avanguardia odierna per come funzionano le relazioni all´interno del quintetto e l´empatia con il sassofonista. Un gruppo che conferma la buona vena di Moretto e Neto, sicuramente due musicsti molto interessanti, e di chi in Italia si dedica all´avanguardia.