Matt Criscuolo – Headin’Out

Ecco un entusiasmante disco di jazz moderno, ispirato dai grandi del passato che hanno fatto il free, come Jimmy Lyons, Ornette Coleman, Anthony Braxton o Henry Threadgill, ma anche con uno sguardo alla tradizione interpretata da un Bunky Green. Libertà e struttura che si trovano bene insieme, ottimamente gestite dal leader, il sassofonista Matt Criscuolo. Lo si conosce da tempo con incisioni a proprio nome e da sideman con nomi importanti del jazz attuale, da David Murray a Billy Drummond e con questo disco, il sesto a suo nome, presenta un quartetto di notevole caratura tecnica che va verso una nuova direzione rispetto ai dischi del passato. C`è il chitarrista Tony Purrone che sostituisce il pianista Larry Willis dei dischi precedenti, Preston Murphy al contrabbasso e Ed Soph alla batteria.  Da brani come Centripeta si può ascoltare che si tratta di un jazz dal tono moderno, permeato da una continua spinta propulsiva in avanti, realizzata con ordine, e ciò sia con i brani scritti dal sassofonista che negli standard, qui si presentano i famosi Little Niles di Randy Weston e A Flower is a Lovesome Thing di Billy Strayhorn insieme a Sippin´at Bells di Miles Davis. Ovunque si ha l´impressione di un quartetto dalla personalità spiccata, inconfondibile nel modo in cui si presenta. Tutti i brani sono sviluppati con un´architettura precisa ed un´idea di fondo rigorosamente perseguita. Fra quelli più interessanti Karma at Dharma scritto dal chitarrista, carico di un´urgenza travolgente che però appare piuttosto composta nello svolgimento, con degli assoli molto coinvolgenti dei protagonisti, a partire da Criscuolo al sax alto, senza dimenticare il fantasioso chitarrista e la propositiva ritmica. Un brano dall´esposto più lirico, At Night, presenta ancora una musica in cui le tensioni sono presenti e non lasciano mai la presa sullo sviluppo della musica. Gran disco, che merita di essere messo in evidenza e che si segnala fra quelli da mettere fra le cose pIú interessanti dell´anno.