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set 21

The Megs – Jealousy

a cura di Alex Rush

Le intenzioni di questo album sono chiare all’ascolto: entrare nelle orecchie dell’ascoltatore e accompagnarlo in un riposo pseudo psichedelico dei sensi. Durante l’ascolto mi sono continuamente chiesto il genere “branco” di appartenenza e devo dire che i Megs sono dei buoni mutaforma!Ti circondano di composizioni definibili dei “meltin Pot” dove a mio parere si possono trovare influenze rock 70′ psichedeliche ( zeppeliane ) accompagnate  da un certo animo “grunge” espresso soprattutto dalla voce e la sua tecnica confidenziale di comunicazione.
Colour of jealousy: pezzo energico, ottima apertura del disco. Effetti piacevoli si respira aria psichedelica…atmosfere alla Alice In Chains! Voce graffiante e chitarra decisa con una lontana maliconia apprezzabile.
Good Morning: sonorità alla Iggy Pop in questo pezzo!lo stile vocale è un degno tributo del rocker statunitense “sempre verde”. Il pezzo coinvolge e ruba attenzioni in particolare il semplice e deciso ritornello. Un pezzo che può rimanere nella testa.
Viper: pezzo psichedelico che a mio parere richiama molto sonorità dei primi Alice in Chains rivisitati e con un taglio molto personale del rock psichedelico,  grazie alla ottima registrazione e cura degli effetti la canzone ci regala un ottimo finale, forse il più curato del disco.
Show me è il pezzo di “lancio” di questo gruppo…e come tutti i bastion contrari…a mio parere il meno qualitativo del CD forse il più facile d’ascolto, in particolare da una (immaginaria) schiera di ascoltatori  Indie. Credo personalmente che il pezzo manchi della grinta e anima  presente nel resto del disco: chitarre troppo poco vive,voci e cori un po’ prevedibili. Probabilmente è un pezzo che sul mercato potrebbe andare per la sue sonorità British suburbane.
In pezzi come Eat me e For you le mie orecchie da vecchio rockettaro si concentrano…i pezzi risultano molto piacevoli: sonorità rock ‘n roll, proprio in queste tracce si può sentire la vena rock del gruppo con cavalcatate finali cariche ed elettrizzanti a cui manca però un vero cambio di registro vocale (rispetto all’interezza dei pezzi stesso) che accompagni le sfuriate conclusiva e innalzi la dinamica dei pezzi. Il riff della cavalcata  (parte iniziale) di Eat me riprende il tema proposto dalla traccia precedente For you . Scelta stilistica? A mio parere buoni pezzi e volutamente complementari. Tra i migliori del disco.
Shine and love : tastyyy!hell yeah!funk rock per muovere un po’ il culo!il gruppo dimostra con questo pezzo di comporre melodie che strizzino l’occhio anche ai radical rocker a cui fa sempre piacere un riff funk.
Future : nella prima parte del pezzo possiamo entrare nella intimità del disco e della voce di Edoardo Laino che con questa interpretazione ( mi ricorda piacevolmente Ian Astbury) convince e trasporta in una comoda dimensione su cui dondolarsi, apprezzare i delicati fraseggi chitarristici di Mattia Aldibek e gli ottimi tempi (dimostrati in gran parte del disco) da Marco Ausonia. Ottimo pezzo che si conclude con una ottima discesa in corsa verso l’acme del sound Megs.
Passo e chiudo.

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