Che cosa è successo a Madonna? Quale è stato il momento in cui l’indiscussa regina del pop è passata da album di pregevole fattura (Ray Of Light, Music, etc.) ad essere la copia di altre (Nelly Furtado e la Stefani in Hard Candy) o di se stessa (in MDNA c’era un continuo rimando a brani del suo passato)? Molto probabilmente quando si è accorta che alcune più giovani divette potessero ascendere al suo trono: quindi, invece di puntare a un lato più maturo di sé – come aveva mostrato in American Life – ha deciso di fare la ragazzina, di giocare con i social network, di indossare i grills, di “mileyciruszarsi”. Un tempo Madonna dettava le mode, ora le insegue. Si fa cucire addosso le idee di produttori super inflazionati senza apportare niente di suo: a spasso con Timbaland e Pharrell diveniva pop-r’n’b come un milione di altri artisti, poi c’è stato Martin Solveig che ha lasciato la sua impronta indelebile su Turn Up The Radio. Questo succede anche con Rebel Heart, nuova sudatissima fatica di Madge, che allinea un incredibile numero di producers, da Diplo, a Avicii, a Kanye West e chi più ne ha più ne metta. Come già per Bjork con il toccante Vulnicura, anche Rebel Heart è stato oggetto di numerosissimi leak, che ne hanno compromesso la promozione: tutte le demo sono uscite mesi fa, costringendo l’artista a pubblicare sei tracce anticipatamente e a dover rimodellare ogni passo della promozione mediatica.
Proprio quelle sei tracce contengono il meglio che questo cuore ribelle ha da offrire: il singolo Living For Love è un piacevole revival della dance anni 90, un po’ troppo simile a Kiesza, ma lasciamo correre; Devil Pray“ricalca” gli arrangiamenti acustici di Miles Away e un chorus alla The XX, ma è un bel pop; Unapologetic Bitchrifà il verso alla Rihanna reggae, con una spruzzata di Major Lazer (c’è Diplo alla consolle); Illuminati con il suo beat electrodance torbido è forse l’episodio più riuscito, con qualche leggero richiamo a Dance In The Dark dell’avversaria Lady Gaga (che d’altronde guardava al periodo Erotica di Madge); Bitch, I’m Madonna è un divertente numerino dance-dubstep, in cui però è il rap della Minaj ad avere la meglio. La seconda metà, al contrario, raggruppa una serie di brani poco ispirati, risentiti e con liriche ridicole sulla bocca di una donna di 56 anni, su tutte quel “Bitch, get off my pole” nella voguania Holy Water o le lezioni di sesso di S.E.X, pruriginosa nuova versione di Justify My Love. E poi c’è il gioco di “dove ho già sentito quel beat?”: la fastidiosa Hold Tight nasce da What’s My Name? della Fenty, il pop zuccheroso da teenager di Joan Of Arcricorda le defunte Atomic Kitten; Iconic, con il featuring di Mike Tyson (già…), musicalmente la più interessante di questo gruppetto, sembra una sbiadita Jewels & Drugs della Germanotta; l’innocua e dimenticabile Body Shop è la gemella meno riuscita di Gypsy di Shakira. Nelle ballate il risultato è leggermente superiore, con una HeartBreak City che svetta sulla conclusiva Wash All Over Me.
Come grande regalo ai fan Madonna ha pensato di estendere l’esperienza Rebel Heart anche in versione deluxe e super-deluxe, contenente ben 25 tracce, per la maggior parte pessime: l’r’n’b trito di Best Night, la scialba Rebel Heart, il pop soul di Beautiful Scars che riporta in vita Lisa Stanfield quando speravamo tutti di averla dimenticata, la latineggiante Borrowed Times che fa così tanto Manos Al Aire della Furtado. Dispiace che Addicted, che mostra le doti della Ciccone come songwriter e artista da dancefloor, sia relegata così in fondo, quando avrebbe dovuto brillare nell’edizione standard.
Label: Interscope Records
Anno: 2015
Genere: Pop, Dance
Track list
01 – Living For Love
02 – Devil Pray
03 – Ghosttown
04 – Unapologetic Bitch
05 – Illuminati
06 – Bitch I’m Madonna (feat. Nicki Minaj)
07 – Hold Tight
08 – Joan of Arc
09 – Iconic (feat. Chance the Rapper & Mike Tyson)
10 – HeartBreakCity
11 – Body Shop
12 – Holy Water
13 – Inside Out
14 – Wash All Over Me
15 – Best Night
16 – Veni Vidi Vici (feat. Nas)
17 – S.E.X.
18 – Messiah
19 – Rebel Heart
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