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mag 05

Triologos – Tracce di Canti

61aH+LtEWcL._SS280La Slam Productions inglese ha da qualche tempo gettato un occhio su quell´area jazzistica italiana che si rifà al lato più moderno di questa musica producendo delle incisioni piuttosto interessanti e che meritano la visibiltà internazionale. Prendiamo ad esempio il trio messo insieme da Paolo Carboni Bajardi al sax tenore e soprano, Mirco Ballabene al contrabbasso e Bruno Carboni Bajani alle percussioni che rappresenta la nuova generazione di musicisti italiana. Il sassofonista ha studiato con Claudio Fasoli ed il percussionista con Andrea Centazzo, due dei musicisti che hanno smosso l´ambiente del jazz italiano al di là del mainstream “ufficiale”. I tre si rivelano degli ottimi allievi che hanno appreso ma che ora ci propongono la loro visione sulla musica e sul jazz in particolare. Il trio ha deciso di lasciare da parte gli standards e di prendere come temi dei motivi che si ispirano al folklore, non soltanto italiano. Il brano che apre il disco ad esempio proviene dalla tradizione musicale del Pakistan, ma senza che si vada verso il terreno di una world music. Qui le percussioni vogliono ricordare le tabla, ma il sassofono tenore si staglia pensoso a scavare all´interno della melodia creando delle atmosfere suggestive. Il contrabbassista ha un ruolo paritario all´interno del trio e per tutto il disco avvolge con le sue corde la musica creando un suo polo da cui influenza l´improvvisazione collettiva. Il trio si presenta così piuttosto esperto nel valutare il potenziale dei temi che da loro vengono proiettati in un altra dimensione rispetto a quella del foklore da cui provengono: un ottimo esempio può essere Amor mi fa cantare dalla tradizione italiana. Punay dall´Argentina è eseguito con il contrabbasso che passa all´archetto, un tema ed un´esecuzione piuttosto suggestivi. Molto bello Ley ley, un brano che proviene dala Siria, qui il contrabbasso ha un ruolo importante al pizzicato mentre introduce il brano. Quando arrivano le spazzole del batterista ed il sassofono soprano l´atmosfera diventa molto coninvolgente, tuttavia distante da quelle che sono le sonorità della musica araba. È uno dei momenti più interessanti dell´album. Su Kothbiro e Kojo no tzuki c´è il pianista Massimo Bonomo. Il primo si sviluppa lentamente fino a che arriva il sax tenore prima ed il pianoforte dopo, è un brano di origina africana, dal Kenia, e la musica sembra andare verso alcune pagine del pianista sudafricano Abdullah Ibrahim. Kojo no tzuki va verso atmosfere modali, alla McCoy Tyner. Tra i due momenti in quartetto ci sono le spigolosità di Canzone in stile popolare, a testimoniare di come il gruppo non si lasci mai andare  a melodie che vanno verso il gusto del grosso pubblico. Nel complesso si tratta di un´incisione piuttosto riuscita, sincera, che trae ispirazione dal genere folk ma senza ammiccamenti a paesaggi da cartolina.

Genere: modern jazz
Label: Slam Productions
Anno 2015

Tracklist

01. Sanson ki mala
02. Amor mi fa cantar
03. Punay
04. Ley ley
05. Kothbiro
06. Canzone in stile popolare
07. Kojo no tzuki
08. Ninna nanna

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