Ivo Perelman/Whit Dickey – Tenorhood

Difficile scegliere tra le tante incisioni di Ivo Perelman, certamente questa è una di quelle che fa riflettere sul suo genio. Come sempre è andato in studio senza porsi alcuna domanda su cosa potesse succedere, senza alcuno spartito o un´idea preconcetta, semplicemende aspettando che qualcosa succedesse. Insieme a lui c´è il batterista Whit Dickey, uno dei protagonisti dell´avanguardia degli ultimi anni nei gruppi di William Parker, Matthew Shipp, Rob Brown, fra gli altri. La musica scorre, le improvvisazioni dei due cominciano a prendere corpo ed alla fine della session il sassofonista brasiliano scopre che è come se i suoi colleghi del passato si fossero materializzati nelle esecuzioni. Ci sono momenti emozionanti, ad esempio sul For Mobley che apre il disco, in cui mostra la sua capacitá di suonare gli acuti e padroneggiare completamente i fischi d´ancia. Una performance fantastica che solo in pochi sono capaci di gestire con tanta autorevolezza. For Webster è più meditativo, un brano completamente diverso dal primo, pieno di un´energia sviluppata secondo altre direttive. Il brano dedicato a Coltrane è ricco di una carica spirituale, di un´energia ipercinetica che sicuramente sarebbe piaciuta al grande sassofonista. Tenorhood è un momento del batterista da solo, molto melodico, quasi a ricordare Max Roach, spesso in formazioni con i migliori sassofonisti del suo tempo. For Ayler è un altro momento di intensa concentrazione per i due, più di otto minuti che danno i brividi. Si chiude con For Sonny Rollins, un brano che nel suo svolgimento ricorda quest´altro grande personaggio della musica afroamericana. Nella sua completezza il disco è una riflessione irrinunciabile su quello che è lo stato del sassofono tenore contemporaneo, un momento colto in studio, arrivato dal cielo e attraverso i due protagonisti messo su un supporto digitale. Da ascoltare.