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mag 29

E’ primavera

OMD

OMD

a cura di Tiziana Puleio

Al via una nuova edizione del Primavera Sound. Un quindicesimo compleanno che agli organizzatori dell’evento piace associare alla “maturità”, o meglio al passaggio da un’infanzia di scoperta, sperimentazione e apprendimento a consapevolezza e affermazione. Alimentate da un’inesauribile passione per la musica, supportate da un pubblico esigente e fedele. Sui poster di quest’anno, gente legata e sofferente. A contrastare quella fresca “sensazione di libertà” che si prova al partecipare alla manifestazione.

Il Parc del Forum ha ufficialmente aperto le sue porte ieri pomeriggio con la consueta giornata di concerti gratuiti, ma lungi dal proporre artisti di secondo piano. Basti pensare che tra gli altri si esibiva, ieri sera, il duo inglese OMD, con le sue sonorità elettroniche, i suoi “inni tecno-pop”, instancabilmente e orgogliosamente in continua evoluzione dal 1979. Testimoni e simbolo della “musica come identità”, quel concetto imprescindibile a cui gli artisti e i loro contemporanei si sono sempre ispirati, e che rischia di perdersi in un’epoca in cui “non c’è più nulla da inventare”- come hanno raccontato ai giornalisti.

Sulle loro note s’inaugurava un Festival che celebra la musica a 360 gradi, senza pretese né celebrities, solo band e la loro energia sul palco, di fronte a 200000 spettatori che non potrebbero chiedere di meglio. Erano 7000 alla prima edizione, e in questi 15 anni sui palchi del Primavera hanno visto sfilare nomi come Neil Young, Sonic Youth, LCD Sound System, Pixies, Mogway, Arcade Fire. Icone musicali come i Blur, Michael Nyman, Caetano Veloso, e ancora Portishead, Motorhead, o il mostro sacro Lou Reed. Più di 2350 concerti e un primato, quello dei Cure, con il concerto più lungo, durato circa 3 ore. Record che quest’anno si vocifera che la storica band Swans si proponga di battere.

Al di la della 3 giorni ufficiale, già da un mese Barcellona è stata inondata dalla tempesta Primavera Sound, con concerti nei bar o in club storici come l’Apolo o il Barts. E nei prossimi giorni continuerà, in parallelo, tra Vermut musicali al parco e concerti nella terrazza del MACBA, museo d’arte contemporanea e da anni paradiso degli skaters della città.

Perché il Primavera è riuscito a scalzare i più grandi Festival di musica? Sostanzialmente, perché ne celebra ogni sfumatura. Quest’anno più che mai. Ci sono i gruppi pop/rock più ascoltati e chiacchierati (Alt-J, The New Pornographers, Interpol, The Black Keys), affermati e iconici (Tori Amos, Anthony & The Johnson, Patty Smith, The Strokes), pionieri dell’elettronica (Jon Hopkins, Caribou, Richie Hawtin, Simian Mobile Disco) e poeti del suono, come Blixa Bargeld, che ubriacava il suo pubblico all’Auditori nella scorsa edizione e ripeterà quest’anno.

C’è il palco Bowers & Wilkins Sound System, psichedelico igloo in cui si esibiscono i migliori dj e sperimentatori di elettronica, drum’n’bass e tecno del momento. Qualche nome: Roman Flugel, Maceo Plex, Sunny Graves, Object. C’è il Primavera Pro, lo spazio riservato ai grandi produttori e altri colossi del mercato della musica, al cui cospetto per giorni le giovani band si esibiranno nella speranza di farsi scoprire e lanciare.

Questa sera, tra i tanti in scaletta, la delicata, solenne voce di Anthony & the Johnson risuonerà per il Parc del Forum.

E il caldo sole di Barcellona sembra deciso a non abbandonare gli avventori nel loro weekend sonoro, in questo quindicesimo “nostalgico sguardo al futuro della musica”, come il Festival è stato definito. Una vera e propria primavera della musica, un inno alla bellezza e alle vibranti melodie della vita.

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