Il “la la” di New Soul ha permesso a Yael Naim, cantante di origini israeliane, di scalare pian piano i gradini della fama, fama che, però, si è fermata al successo di quel singolo, seppur l’album omonimo fosse decisamente interessante. Older arriva a cinque anni di distanza da She Was a Boy e non conferma quanto di buono avevamo ascoltato nei suoi lavori precedenti: la maggior parte dei brani presenti sono per lo più dimenticabili (Meme Iren Song) o anche bruttini (Make A Child, la confusa Trapped) e quella piacevole leggerezza che caratterizzava New Soul la si può al massimo rintracciare in She Said. L’impressione che emerge dall’ascolto di Older è che la Naim abbia voluto intraprendere strade più facili per riconquistare il successo nelle classifiche, non esclusivamente francesi: la sua voce non è mai stata così tirata, tendente all’acuto, tanto che in alcuni episodi sembra riecheggiare l’ombra di un’Alicia Keys (Take Me Down), di una Estelle (I Walk Until) o, ancor peggio, dell’ultima patinatissima Paloma Faith (Walk Walk). Vi sono un paio di momenti in cui la Naim indossa nuovamente le vesti del passato, di cantautrice colta e profonda, come nella toccante collaborazione con Bred Mehldau in Coward o nell’acustica title track, ma il resto dell’album si perde in handclapping, melodie infantili o trite ninne nanne (Ima), impedendo anche a momenti validi come Dream In My Head, un blues a metà strada tra la prima Fiona Apple e un soul 1960s, di emergere e spiccare.
Manca, insomma, quell’anima apolide e romantica che faceva di Yael Naim una “cantantessa” unica nel suo genere, ora ridotta a interprete discreta di un pop sofisticato, ma come tante sue colleghe sulla scena attuale.
Label: Tôt ou Tard
Anno: 2015
Genere: Pop
Track list
1. I Walk Until
2. Make A Child
3. Dream In My Head
4. Coward
5. Trapped
6. Ima
7. She Said
8. Walk Walk
9. Take Me Down
10. Older
11. Meme Iren Song
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