Un impatto fragoroso. Una potente scarica di adrenalina. Un nostalgico tuffo nel passato. Questo è Unda Maris, secondo album della ditta Van Cleef Continental dopo il precedente Red Sisters del 2008 che tanto bene aveva fatto parlare di sé. Un’attesa di 7 lunghi anni, inframezzati da cambi di formazione, progetti solisti e collaterali, ma che non hanno alterato la carica esplosiva della band: Spain è una legnata clamorosa dal primo all’ultimo secondo, tra rimandi allo stoner rock e suggestioni desert-psych. Il territorio di caccia è quello di Kyuss e Nebula, come dimostrato anche dalla successiva Monte Altissimo che prova a alzare ancora di più il ritmo, perfetta per costruzione e arrangiamenti. La registrazione in presa diretta offre un’energia sconosciuta, cogliendo al meglio la band in azione: White Rhino poggia le sue zampe possenti su una maggiore ricerca della melodia, almeno dal punto di vista vocale. Ma è solo un attimo prima che Drive ci investa a tutta velocità, provocandoci dei brividi che non sentivamo almeno da Blues for the Red Sun (50 Million Year Trip?): sontuosi assoli accompagnati da devastanti riff completano il lavoro mandandoci definitivamente al tappeto. A conquistarci è anche la parte finale del disco che si apre con Heliobatis Radians, dove i Van Cleef Continental propongono una loro personale versione del krautrock spaziale, suscitando immediati applausi. Muad’Dib e The Old World virano più sulla psichedelia pura, inframezzata da robuste scorribande elettriche. Un disco di cui sentivamo assoluto bisogno, fatto da una band di spessore internazionale.
Label: Goddess Records
Anno: 2015
Genere: Desert, Stoner
1. Spain
2. Monte Altissimo
3. White Rhino
4. Drive
5. Heliobatis Radians
6. Muad’Dib
7. The Old World
1 commento
Marina
16 giugno 2015 a 21:02 (UTC 1)
E anche la recensione! Bomba!