Il trio costituito da Andrea Buffa al sax alto ed al sax tenore, Fiorenzo Bodrato al contrabbasso e Dario Mazzucco alla batteria ha già lasciato una traccia di sè sul catalogo Leo Records insieme a Carlo Actis Dato, il sassofonista baritono torinese documentato esaurientemente con i suoi progetti sul catalogo della csasa discografica londinese. Sul nuovo disco c´è invece Stefano Battaglia al pianoforte e a musica ovviamente cambia completamente direzione. Il gusto per la melodia del jazz italiano ed il suono del jazz contemporaneo europeo si trovano insieme, ben colti dal tecnico del suono Stefano Amerio. Spunta un suono piuttosto speciale, che si delinea fin dal Corale di apertura. È un brano lento, quasi stordito da un colpo di sole per come si sviluppa, a piccoli passi un pò sghembi insieme alla voce tranquilla del sassofonista, piuttosto assorto nel suo eloquio. Sono momenti intensi in cui si svela il talento di Battaglia insieme al suo orginale modo di approcciarsi alla musica in generale ed al suo strumento, il piano, in particolare. Il ritorno è una composizione del contrabbassista, anche questa ricca di momenti intensi, un lento svolgersi dell´assolo di pianoforte, al centro dell´esecuzione, è uno dei momenti più belli del disco, una bellezza che pochi sanno disegnare con tratti cosí minimalistici, l´essenza della musica che spunta il silenzio e lo usa come cornice. Alla fine arriva un sassofono roco per un dialogo che sfocia verso il tema, di un lirismo estremo. Ma i quattro sono musicisti onnivori che sanno ispirarsi a forme di musica contemporanea più movimentate, ecco quindi Mojo, brano che parte in stile bop, ma poi è il pianoforte a mostrare sul ritmi spezzati della ritmica la sua originalità di idee. Cantona è un altro di quei momenti cantabili che spunta quasi per caso, senza farsi notare, dalle linee del contrabbasso in assolo, seguito da tutti gli altri che si accodano in un momento collettivo decisamente interessante. I quattro proseguono consegnandoci un album di pregevole fattura, Tajin è un altro brano che va citato. qui c´è il sax alto di Bufa a dire la sua. C´è anche il free, un No Sugar, Please che ci ricorda più Tristano che Ornette Coleman, ed un jazz moderno, contrassegnato dalle nervose lineee del pianoforte nel finale Tapioca Dance, una “danza” molto libera che lentamente prende forma in un ritmo dall´aspetto sudamericano e che chiude un album notevole e che fa onore al jazz italiano.
Genere: avanguardia
Label: Leo Records
Anno 2015
Tracklist
01. Corale
02. Il ritorno
03. Mojo
04. Canzona
05. Messa nera
06. Tacheles
07. Tajin
08. No Sugar, Please
09. Tapioca Dance
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