Dopo aver ascoltato con piacere l’album di Salvo Ruolo, non potevamo esimerci dall’affrontare il nuovo lavoro di Cesare Basile, uscito lo scorso marzo per la Urtovox Records. Anche qui come in Cangiari patruni’un è libittà, il dialetto siciliano è ampiamente usato, contribuendo a individuare le radici del cantautore. L’impeccabile Arazio Stranu ci immerge in una Sicilia dal sapore western, violentemente battuta dal sole, mentre Franchina attraversa il paese come i venditori di “materazzi” a molle di una volta. Gli annunci al megafono non sono più a finalità non più commerciali, ma catartiche. Anche qui, come nell’album di Ruolo, sembra di stare dalla parte dei vinti piuttosto che da quella dei vincitori: la title-track Tu prenditi l’amore che vuoi ha una profonda rabbia repressa nel descrivere nel dettaglio il sottobosco borghese quotidiano. La successiva Manianti crea ambientazioni deviate, oblique, spesso distorte dalla presenza della chitarra elettrica mentre in La Vostra misera cambiale la voce di Rita Oberti ci immerge nuovamente in ambientazioni country. Nelle quali Basile si trova perfettamente a suo agio a raccontarci la Filastrocca di Jacob detto Il Ladro. Tra tutti i pezzi, a splendere di luce propria è la fenomenale seppur breve Ciuri, dove il dosaggio di strumentazioni e distorsioni risulta a dir poco affascinante. Come se Elli De Mon decidesse di cantare in dialetto siculo. Non a caso nella parte finale emergono atmosfere blues: come in Libertà mi fa schifo se alleva miseria (ma forse è più rilevante “la pace è usura per la guerra che arriva”) che diventa manifesto ideologico-musicale. Stessa fine della molto più malinconica U chiamanu travagghiu, dove il piano ci porta indietro verso anni in cui il travagghiu forse esisteva ancora.
Label: Urtovox Records
Anno: 2015
Genere: cantautorato
Tracklist:
1. Arazio Stranu
2. Franchina
3. Tu prenditi l’amore che vuoi
4. Manianti
5. La vostra misera cambiale
6. Filastrocca di Jacob detto Il Ladro
7. Ciuri
8. Libertà mi fa schifo se alleva miseria
9. A Muscatedda
10. U chiamanu travagghiu
11. Di quali notti
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