A distanza di 6 anni dall’ultimo disco, Elvis Perkins ritorna con questo I Aubade, pubblicato lo scorso 6 luglio dalla sua etichetta, la MIR Records. Arricchito dalla partecipazione di molti altri musicisti (tra cui Nick Kensey, Cornelia Livingstone e Becky Stark), Perkins non si discosta dalla tradizione folk con cui aveva impressionato gli ascoltatori nei primi due album. Per I Aubade tuttavia decide di ritrarsi in se stesso, occupandosi in prima persona della composizione e del mixaggio, rendendo la registrazione il più rudimentale possibile. Il risultato è un disco semplice ma complesso al tempo stesso, che abbisogna dei suoi tempi per l’ascolto e la comprensione ma le cui 13 tracce sembrano eteree e sfuggenti. Voce e chitarra sono naturalmente protagoniste, e sembra spesso di sentire una versione agreste di Rufus Wainwright, come in It’s Now or Never Loves che crea atmosfere sentimentali contrastanti. I Came for Fire cattura la nostra attenzione per dolcezza e pathos, così come Hogus Pogus, in cui Perkins sfoggia tutte le sue doti di songwriter. Sono molti i momenti lenti, in cui Elvis ci culla sbirciandosi con malcelata consapevolezza (My Kind o & Eveline, i cui rimandi vintage portano indietro nel tempo), o quelli visionari: la parte finale di The Passage of Black Gene ci ammalia con i suoi improvvisi colori. Tutto rientra comunque nella visione folk dell’artista, un flusso sotterraneo che emerge ogni tanto in superficie (come nella buffa Gasolina) ma che si sente scorrere perenne e irrefrenabile sotto i nostri piedi.
Label: MIR Records
Anno: 2015
Genere: folk
Tracklist:
1. On Rotation Moses
2. My Kind
3. I Came for Fire
4. & Eveline
5. It’s now or Never Loves
6. The Passage of Black Gene
7. AM
8. Hocus Phogus
9. Gasolina
10. Accidental Tourist (a white Huayno melody)
11. All Today
12. My 2$
13. Wheel in the Morning
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