Le strade popolari è il disco d’esordio del cantautore calabrese Michelangelo Giordano, che deve la sua popolarità a un curioso caso che lo vede coinvolto con gli organizzatori del Festival di Sanremo. Pare infatti che la sua scalata di quest’anno per arrivare al palco dell’Ariston sia stata fermata per i sospetti sollevati dai troppi voti ricevuti. Per Le strade popolari sembra invece che non si corra lo stesso rischio: dal chiaro sapore cantuatoriale e ispirato alla musica leggera italiana, l’album risulta spesso melenso. Nonostante il coraggio nell’affrontare temi spinosi e complessi (l’iniziale Chi bussa alla porta sembra affrontare il tema della schizofrenia; Nella stanza chiusa a chiave è ispirata alla storia di Natascha Kampusch), ad affiorare è spesso la componente nazional-popolare, soprattutto nei ritmi, come nelle tradizionali feste di paese. E l’utilizzo del dialetto in tre episodi (l’ambiziosa Nun cangianu li cosi, Sutta a luna e Non pozzu campari) non risulta un valore aggiunto, ma pone più di un dubbio sui rischi di involuzione localista della musica italiana negli ultimi anni.
Label: autoprodotto
Anno: 2015
Genere: cantautoriale, folk
Tracklist:
1. Chi bussa alla porta
2. Lungo il cornicione
3. L’amore ci chiede amore
4. Luna
5. Il paesino di periferia
6. Nun cangianu li cosi
7. Nella stanza chiusa a chiave
8. Sutta a luna
9. Dolce e amara
10. Io vorrei
11. Non pozzu campari
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