Continua a gonfie vele la collaborazione tra i Blitzen Trapper e la Sub Pop. Naturale, dopo il successone di Furr, uscito l’anno scorso e prima collaborazione per la band di Portland, OR con l’etichetta di Seattle. Naturale visto che Furr è stato considerato uno dei migliori album (ed uno dei migliori singoli) del 2008. Solo che il nome stesso e la grafica utilizzata sulla cover dello stesso Furr mi avevano fatto pensare più ad una band heavy metal che ad una formazione malata di Indie Pop dai contorni country sperimentali. Ed allora, per fare ricredere il sottoscritto, ecco una più rassicurante cover con un cowboy che guarda su sfondo nero il nome della band (caratteri metallari sono rimasti identici però). Ed ecco il momento del Black River Killer EP. Che per i più attenti altro non può significare che l’opera di continuazione di Furr, se solo si osserva che giusto nell’album del 2009 era già presente Black River Killer, precisamente alla traccia n.7.
Si sa che la storia non è fatta a compartimenti stagni, ce lo spiegavano i professori alle elementari, alle medie, alle superiori e perfino all’università. Ogni cosa, lavoro, opera, non è altro che la continuazione di un’altra. Ed anche nella musica succede spesso così. Anzi, i Blitzen Trapper invece di affidarsi alla solita mania di lanciare singoli già contenuti nei loro album fino a sfinire i proprio fan (vedi band provenienti dalle parti di Manchester ed affini) almeno decidono di coagulare tutti i loro sforzi in un unico Ep con la title track ed altri 6 pezzi finora ascoltati e venduti solo durante le loro performance live.
Della title track sappiamo ormai tutto: Black River Killer stompeggia con fare dylaneggiante lungo gli argini di un fiume notturno e silenzioso. Che Eric Earley (chitarra e voce), Erik Menteer (chitarra e tastiera), Brian Adrian Koch (batteria e voce), Michael VanPelt (basso), Drew Laughery (tastiere) e Marty Marquis (chitarra, tastiera e voce), ci sapessero fare con queste storie borderline era abbastanza noto, ma Silver Moon non fa altro che confermarcelo: intro beckeggiante, elettricità che cala improvvisa per lasciare la voce di Earley libera di vibrare nell’aria. Going Down sembra virare su sentieri glam che non dispiacerebbero al Duca Bianco, ma a me annoia da morire. Per momenti più intimistici, magari dentro una macchina con una bella tipa, che d’estate fa sempre bene, può esservi utile Shoulder Full of You, e mentre i Blitzen pizzicano le corde, voi provate a pizzicare qualcos’altro…Preacher’s Sister’s Boy sembra ospitare un’altra improvvisata elettrica di Beck, autore certamente molto ascoltato da quelle parti. Sicuramente il pezzo più originale insieme a Silver Moon, con le tastierine che fanno un effetto molto buffo ed accattivante, mentre l’arrangiamento sa un po’ di progressivo nel suo evolversi. Peccato duri così poco. In Black Rock invece Earley si isola un po’ dal gruppo per prendersi i suoi spazi, e qui risaltano tutte le radici folk del cantante e compositore statunitense. Per finire in bellezza Big Black Bird ritorna sui sentieri dei pionieri stelle e strisce verso il selvaggio west, non ci si stanca mai di osservare le carovane al tramonto che scendono verso l’ignoto…
Forse sbagliato nei tempi (ma anche se fosse uscito prima il successo di Furr era senz’altro già assicurato), questo Ep conferma la genuinità dei Blitzen Trapper e del loro progetto musicale. Per chi ha già Furr forse può sembrare pleonastico l’acquisto di un Ep che contiene già la traccia principale e buona parte dei suoni prodotti in questi anni, ma i fans non si faranno certo scoraggiare. Ci stanno un paio di pezzi sublimi (Silver Moon e Preacher’s Sister Boy) mentre il resto lo sapevamo già. Anzi, lo sapevate già, visto che io continuo a pensare che i Blitzen Trapper siano una band metal. Per favore, cambiate i caratteri del loro logo.
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