Classe 1994, Ashley Nicolette Frangipane, in arte Halsey, è divenuta una superstar: con solo un ep alle spalle, è partita in tour con gli Imagine Dragons e il New York Times le ha dedicato un profilo, ponendo l’accento sulla sua bipolarità e bisessualità. Fenomeno tra i teenager americani, Halsey non è né carne né pesce, come molte sue contemporanee: qualcuno si ricorda di Ryn Weaver, il cui album di debutto, The Fool, è uscito quattro mesi fa? Appunto.
Come la Weaver, anche Halsey punta su un mix di pop, elettronica, sintetizzatori, hip hop e immagine hipster: caratteristica, quest’ultima, percepibile nel broncio continuo della sua intonazione e nei testi che, tra ribellioni giovanili e panorami socio-culturali, forse, la differenziano un po’ dalla massa. Il problema è che tutto questo è già stato fatto, molto meglio e di recente, da due artiste di gran lunga più interessanti, Lana Del Rey e Lorde, e la Frangipane non riesce a essere qualcosa di più che una loro copia carbone. Prendiamo, ad esempio, il singolo New Americana, che, seppur infarcito di luoghi comuni sulla nuova generazione (We are the new Americana/High on legal marijuana/Raised on Biggie and Nirvana), è una delle tracce più interessanti di questo Badlands, grazie a un ritornello efficace: ritornello che, però, è identico a quello di National Anthem della Del Rey. Castle, al contrario, è cucita su un dettato musicale che ricalca quello della giovanissima neozelandese, così come la strofa di Control rievoca, fin troppo da vicino, Tennis Court. C’è anche un po’ dell’ultima Taylor Swift (Hold Me Down), di Ellie Goulding (Colors), di Pink (nella riuscita Drive), di Skylar Grey (Coming Down).
Tanto mestiere, ma poca inventiva: per il momento il tratto distintivo di Halsey rimane solamente la sua chioma azzurra.
Label: Universal
Anno: 2015
Genere: electropop, indie pop
Track list
01 – Castle
02 – Hold Me Down
03 – New Americana
04 – Drive
05 – Roman Holiday
06 – Colors
07 – Coming Down
08 – Haunting
09 – Control
10 – Young God
11 – Ghost
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