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dic 20

Roberto Ottaviano – Astrolabio

195Dopo le ultime incisioni per la stessa casa discografica Roberto Ottaviano cambia formazione a testimoniare della sua voglia di ricerca. La curiosità del sassofonista soprano risulta ovviamente gradita anche agli ascoltatori, perché ogni volta sa condurli in territori sonori nuovi e stimolanti. Dopo le esperienze con gli archi ed il disco dedicato a Steve Lacy ora lascia da parte la sezione ritmica e si presenta con un quartetto di soli fiati in cui c’è ancora il fido trombonista Glenn Ferris, presente anche sulla precedente incisione. A completare l’insolita band Michel Godard alla tuba ed al serpente ed al basso elettrico e Gianluigi Trovesi al clarinetto alto. La musica è stata ottimamente registrata presso Artesuono di Stefano Amerio, e ciò la rende coninvolgente e viva, un altro aspetto da sottolineare. Ottaviano lascia spazio ai suoi comprimari, non mancano i momenti in cui la parte improvvisata prende il sopravvento e gli assoli dei musicisti assumono caratteristiche note, ma ovviamente anche le composizioni, scritte per lo più dal leader, hanno un ruolo ben preciso. Si fa sedurre da Hicaz Mandira di Abd Al-Aziz, un brano molto suggestivo in cui i solisti si prendono il loro spazio ed in cui il trombone e la tuba fanno da ritmica. Le fonti di ispirazione per Ottaviano sono infinite, ad esempio presenta due brani, Schooldays e Aspirations (in cui si ascolta il basso elettrico di Godard mentre Glenn Ferris va in assolo) che provengono dai Gentle Giant, nota band di rock progressivo britannico degli anni ’70, bello l´accenno a Lacy sul primo brano con il suo sax soprano, a ricordare l’omonimo album di Steve e Roswell Rudd. Fra le composizioni di Ottaviano si fa preferire A Natural Hero, bel tema e grande assolo del leader. Più astratto Temptations e molto bello Antidotum introdotto da Glenn Ferris con il suo bel suono allo strumento, da lui padroneggiato con eleganza e precisione. A seguire gli altri musicisti in un’esecuzione che segue vie proprie, al di là del consueto, in cui gli strumenti bassi svolgono la funzione ritmica con fantasia. La chiesa fantasma di Ghost Church chiude in bellezza, atmosfere oniriche, lente, nebbiose, suoni che si espandono nell’atmosfera avvolgendo il tutto.

Gran bell´album, fuori dal consueto, come spesso ci ha abituato il sassofonista pugliese.

Genere: modern jazz
Label: Dodicilune Records
Anno 2015

Tracklist

01. Astrolabio
02. Hicaz Mandira
03. Schooldays (extract)
04. A Natural hero
05. Meu Sidi Hero
06. Antonious Block
07. Aspirations (extract)
08. Temptations
09. Antidotum
10. Ghost Churc

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