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feb 17

Bastian Stein – Viktor

PIT3091_largeIl nuovo disco del trombettista Bastian Stein è stato registrato da Jason Seizer nello studio della stessa casa discografica, un lavoro quindo proddotto con una precisa idea dell’estetica da propprre al pubblico, sia come gruppo che come tipo di suono. Si tratta di un quartetto pianoless, nell’estetica post ornettiana, con Johannes Enders al sax tenore, fra i più conosciuti specialisti tedeschi dello strumento, ed i due inglesi
Phil Donkin al contrabbasso e James Maddren alla batteria. Sono tutti musicisti piuttosto noti e con dei progetti da leader piuttosto importanti alle spalle, che qui si ritrovano piuttosto concentrati su un’estetica post ornettiana perfettamente realizzata, propria, riconoscibile, un marchio di fabbrica per la band che è una sorpresa all’ascolto. Il leader si presenta con dei fraseggi ed un suono ricco di poesia, quasi un moderno Chet Baker, e ben si integra con l’altro fiato, il sax tenore di Enders, empatici per come sviluppano le loro linee melodiche da un brano all’altro. Senza spettacolarità, semplicemente concentrati sulla musica, sull’essenza di quello che c`è dentro il brano, supportati da una ritmica straordinaria. Tutti i brani sono stati da scritti da Stein, tranne l’ultimo, Der Abschied, di Gustav Mahler, scritto fra il 1907 ed il 1908 e appartenente a Das Lied von der Erde, in originale circa una trentina di minuti ed ora ridotto a e sintetizzato a cinque, una parafrasi poetica che lascia tempo per riflettere all’ascoltatore, sono dei momenti molto intensi del dialogo a quattro che è questo disco. Ognuno con una sua personalità i cui angoli sono stati limati e smussati per entrare a fare parte di questo quartetto. Enders è ovunque con un suo freaseggio ricco di sfumature e sensibile, quasi fragile a momenti, con tante sfaccettature dietro ogni nota, quasi ci fosse un oceano di profondità dietro ogni momento in cui si trova ad agire. Lo stesso vale per il leader e trombettista (su questo disco rinuncia al flicorno), i cui fraseggi hanno una densità espressiva che lo fanno fra gli strumentisti più maturi del suo strumento in Europa. Il disco è dedicato a Viktor, suo figlio, nato poco prima dell’incisione. Non resta che ascoltarla e lasciarsi trasportare dai quattro in un mondo fatto di nuances e sfumature, un jazz che ha qualcosa di notturno senza volerlo esplicitare, ma che ci conquista lo stesso per quello che sa esprimere in termini di emozionalità.

Genere: modern mainstream
Label: Pirouet
Anno 2012

Tracklist

01. Tati
02. Hydrastis
03. Traces
04. It Seems
05. Off the Record
06. For Felician
07. Fantasia
08. Der Abschied

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