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ott 17

Chamberlain – Relax, enjoy the crisis

Benvenuti nel nuovo millennio, pieno di scintillanti attrazioni e profonde depressioni. E benvenuti all’interno del primo disco dei Chamberlain, notevolissima formazione catanese all’esordio per la Lophophora Williams Recordings. Per la quale avevano rilasciato l’anno scorso il primo Ep, composto da Moon in June e Superstition, entrambi presenti in questo full lenght magnetico ed emozionante allo stesso tempo, pieno di irresistibili golosità ed impregnato di odori e colori che rimandano ad un immaginario semplicemente magnifico. Un rock psichedelico molto robusto, con evidenti radici negli ’70 e che pone tra i suoi numi tutelari bands come Rolling Stones e Pearl Jam. A me, invece, una divertente e godevole scorribanda tra le tracce di Relax, enjoy the crisis, effettuata guarda caso mentre sotto casa mia scoppiavano i recenti disordini del 15 ottobre, ricorda i tempi felici di quando, appena arrivata la primavera, scappavo al parco sotto casa con in testa i Verve di A Storm in Heaven. Dal quale sembra appositamente scappata Sailing Soul che trova perfetta sistemazione tra le farfalle che svolazzano zigzagando tra le note dei Chamberlain. Oppure di quando rimasi folgorato dall’ascolto dei primi Gomez, dei quali si odono numerosi richiami specie per quanto riguarda la parte vocale (Sparks e la già citata Moon in June). Nulla di nuovo o di rivoluzionario, quindi. Ma, come per l’ascolto dei Black Market Karma, sicuramente fatto bene, con una registrazione che esalta la calda voce di Sergio Manfredi, il felice intreccio di chitarre di Sergio La Fata e Francesco Venti, e la poderosa sessione ritmica affidata alla batteria di Marco Barbera ed al basso di Sebastiano Pisasale. Con in più la chicca finale di Asteroid Blues: una lunghissima jam psych rock che attraversa tutto il cosmo per giungere fino agli estremi limiti dell’universo, con la quale la compagnia dei Chamberlain ci conquista pienamente e senza ripensamento alcuno. E con la voglia, se si potesse tornare indietro, di tornare al 15 ottobre e di puntare le casse verso la strada per fare da perfetto sottofondo alla distruzione incombente.

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