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mar 03

Sloth Racket – Triptych

sloths-cover-imageVale la pena fare conoscenza con questa bella realtà inglese, la band Sloth Racket, un quintetto che fa una musica moderna e dall’aspetto piuttosto informale. Su disco propongono tre brani dalla lunga durata – dieci minuti i primi due e venti minuti il terzo – con cui si fanno notare per la forza e l’energia immessa nelle esecuzioni, uno sforzo collettivo ben riuscito che conferma come la scena musicale inglese sforni dei talenti in questo genere che sono in grado di portare avanti il messaggio di libertà già annunciato negli anni ’60. Si parte con Crossed Swords, che è subito un biglietto da visita, il sax baritono di Cath Roberts (che è anche la compositrice dei brani) ed il sax tenore di Sam Andreae ruggiscono ben supportati dalla ritmica che dopo un paio di minuti arriva in primo piano: la chitarra elettrica di Anton Hunter, il contrabbasso di Seth Bennett e la batteria di Johnny Hunter. I tre si trovano insieme per lunghi momenti, prima del ritorno dei due sassofonisti che rendono l’insieme di nuovo magmatico ed energetico. Molto interessanti i momenti in duo della sassofonista baritono insieme al contrabbasso suonato con l’archetto. Un brano molto interessante nel cui sviluppo vengono fuori le qualità collettive della band e le qualità dei singoli. Circling è dall’aspetto più frantumato, astratto, parte con dei momenti in cui la chitarra dà dei suoni eterodossi a cui ben presto arrivano le risposte degli altri musicisti, poi verso la metà del brano arriva un ritmo più quadrato e la musica si evolve con l’arrivo di una melodia esposta dal sax baritono con forza. I cinque sanno fare convivere nella loro musica momenti creativi ed altri dall’aspetto più ortodosso senza contraddizione. Ottimo l’intervento al sax tenore che riporta la musica su versanti più creativi e del contrabbassista, molto fantasioso quando passa a suonare il suo strumento con l’archetto. I venti minuti di Endgame permettono a tutti di mettersi in mostra, interessante il tema, eseguito dal contrabbasso, ma anche l’intera esecuzione, per la logica espressiva pienamente matura. Un bell’intervento alla chitarra elettrica distorta e manipolata su un ritmo in battere porta il tutto verso un versante rock (anche qui si possono ricordare certi momenti del compianto batterista inglese John Stevens), venti minuti di invenzioni che non annoiano e che ci fanno conoscere questa band dal suo lato migliore. Sicuramente un gruppo da tenere d’occhio per la qualità e le novità che sa proporre.

Genere: modern jazz

Anno 2016

Tracklist

01. Crossed Swords
02. Circling
03. Endgame

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