I Miss Mog sono un gruppo che non sai bene come prendere. Apparentemente potrebbero sembrare l’ennesima formazione synth-pop, con peculiarità tipo quella di non amare i bpm troppo accelerati ma di giocarsela su variazioni raffinate di un suono gustosamente vintage, di prediligere un songwriting d’alta fattura, spesso velato d’ironia, e di cercare trovate melodiche capaci di infilarsi in un attimo sottopelle. Poi, ascolto dopo ascolto, dalle loro canzoni emerge un carattere da osservatori attenti, quasi da entomologi sociali verrebbe da dire, che fa di Federer una piccola grande raccolta di fotografie in formato canzone del nostro presente, con il beat che spinge quanto basta, giù lungo il crinale esistenziale delle vite di ognuno.
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