E’giovedì 21 maggio e da ormai troppo tempo sto mandando a vuoto gli inviti di Giuseppe. Il vero nome di Giuseppe è lupacchiotto, e ci conosciamo da ormai una cinquina d’anni, da quando ancora frequentavo l’università e la nostra sala studio comune era la cappellina universitaria. Ci siamo persi un po’ di vista dopo che ho finito di frequentare la città universitaria, ma un paio di incontri fortunosi a Sellia Marina, in provincia di Catanzaro, luogo a lui ben noto, ed a me pure, ed allo Earth Day di piazza del Popolo con Ben Harper ed i Subsonica a fare da sfondo sono stati decisamente fantatstici.
Il gruppo che mi consiglia di vedere sono gli Enenvolvo, quintetto con base a Roma ma proveniente dalle località più disparate: tra l’altro mi invitò a vederli anche in una fredda sera di metà dicembre, quando a Piazza Farnese suonarono ad una manifestazione non ben definita ma spazzata via da un gelido vento natalizio che ghiaccio le vene a me ed alla mia ormai ex dolce metà (mi lasciò per questo? Non si sa, ma è certo che proprio da quella sera non siamo mai più stati insieme). Foriero di brutti ricordi, forse il motivo per cui non sono più andati a vederli è questo, oppure è stato il mio infortunio alla caviglia che ha diminuito i miei movimenti. Ma questo giovedì, senza più la fasciatura rigida a rompere i cosiddetti, mi dirigo verso il Mads, dove Giuseppe mi attende insieme a Pierpaolo Lorenzo (chitarra e voce), Matteo Carbone (chitarra e synth) Stella Veloce (violoncello elettrico), Pietro Tallerico (basso) e Filippo Ragazzoni (batteria) mentre il sound check fatica a decollare.
Ne approfitto per fare avanti ed indietro con gli Haiku, ben più solidi dei primi ed un po’ più interessanti. New wave, specie quando accendono il synth, italiana, con ottime dote teatrali, perché la recitazione fa parte del progetto Haiku, così come le influenze degli Offlaga, o forse meglio dei Massimo Volume. Forse Karin è il pezzo che riassume meglio tutte le minchiate che ho detto nella frase precedente: con meno parole e qualche urlaccio in più.
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