Anche se è radicata nella musica latina, la band Zarabande di El Toro Alfred Flores va oltre il genere, come si può ascoltare su questo album, proprio brillante per come riesce a mostrare una varietà di ritmi ed approcci armonici che lo rendono vario all’ascolto da un brano all’altro. La band è composta da Flores alla marimba e malletKat, Joe Caploe al vibrafono e percussioni, Mark Little al pianoforte, Pete Ojea al basso elettrico e Dean Macomber alla batteria. Non è un tipo di formazione fra le più comuni, vengono in mente i Double Image di David Friedman e Dave Samuels negli anni ’70, o il latin jazz di Cal Tjader occasionalmente con Bobby Hutcherson o Dave Pike, ma qui è ovvio che l’approccio è completamente differente e che Zarabande ha un suono e un modo di presentarsi originale. Il repertorio proviene da Mark Little, sei composizioni, e Joe Caploe, le altre tre. C’è fuoco, energia, calore nelle loro esecuzioni. Ogun apre l’album con un’incursione nel suono afro-latino, ricco di percussioni e con un tocco caraibico dato dalle malletKat che imitano gli steel drum di Trinidad. Gli assoli alla marimba sono impressionanti, ad esempio il finale Bebé, dall’insieme con il vibrafono ed il pianoforte spunta un suono energizzante, anche Judah Memphis è un brano in cui i tre strumenti si succedono con assoli di tutto rispetto. Giant è ancora con le malletKat a fare gli steel drum che si intrecciano con le note del vibrafono di Caploe. The West Wind ha una bella melodia, cantabile, il pianoforte prima e la marimba dopo creano momenti di gran classe, l’ottima ritmica puntualizza gli assoli dei due con precisione. Ancora ricco di energia è El Toro che dà il titolo all’album. Zarabande presenta un latin jazz ben organizzato ed una musica orginale che ha tutte le qualità per farsi apprezzare a livello internazionale.
Genere: latin jazz
Label: Autoprodotto
Anno 2016
Tracklist
01. Ogun
02. Zarabande
03. The West Wind
04. The Painful Truth
05. Judah Memphis
06. Praise
07. Giant
08. El Toro
09. Bebé
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