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apr 08

Crystal Stilts @ Circolo degli Artisti

Foto da Sentireascoltare

Altro lunedì, altra corsa. Dopo i Glasvegas è la volta dei Crystal Stilts, che sbarcano il 18 maggio al Circolo degli Artisti per uno show molto atteso. Mi ritrovo l’orario di inizio concerto alle 22.00, quindi la mia caviglia ristabilita insieme a quella sana si dirigono un po’ troppo in anticipo verso Piazza Lodi, non so perché, visto anche che non esiste una band di supporto per questa sera, se non un dj set che dovrebbe iniziare subito dopo lo show.

Si passa un po’ il tempo a whisky, tabacco (lo contrapponiamo al cigarettes & alcool di gallagheriana memoria) e Natalia, mentre dentro il banchetto del gruppo newyorkese viene preso d’assalto. Aspetterò il concerto, magari qualcosa la prendo dopo, se mi piacciono: le mie finanze non sono così floride, e mi hanno insegnato sempre ad ascoltare prima di applaudire. Da applausi è senz’altro la scelta di lasciare in sottofondo Abattoir Blues di Nick Cave & The Bad Seeds nei minuti precedenti lo show, per cui nonostante il caldo me ne resto dentro a gustarmelo.
Crystal Stilts sul palco alle 23.00. Discreto numero di paganti presenti: suoni eighties, oscuri ma cristallini, leggeri ma al limite dell’elettrico, con quel po’ di new wave revival, rafforzata da una tastiera che sembra l’unico strumento in grado di fare un po’ la differenza. Si perché Brad Hargett (voce e Fred Perry nera), JB Townsend (chitarra ed occhiali da vista), Andy Adler (basso), Kyle Forester (tastiera, appunto) e Frankie Rose (batteria ed ex braccia rullanti delle Vivian Girls) non sembrano particolarmente originali, ma come mi dirà più tardi Francesco sembra abbiano ascoltato solo Joy Division e Jesus & Mary Chain nella loro vita.
Ed effettivamente Fra, che becco a metà concerto con Lorenzo, ha ragione. Specialmente per quanto riguarda il gruppo mancuniano, il vociare di Brad mentre canta sembra voler ricordare l’inimitabile Curtis, e non certo quello che di nome andava Antonio De. Sul secondo metro di paragone, ormai non si fa altro che parlare dei Jesus & Mary Chain in continuazione, già nei Glasvegas se ne intravedevano le contaminazioni, adesso molti le notano anche nei Crystal Stilts. Io non ci vedo così tanto dei fratelli Reed in questo gruppo newyorkese, sia per attitudine sia per suono o rumore prodotto: a questo punto i concittadini A Place To Bury Stangers, oltra a spaccargli leggermente le natiche, si potrebbero considerare i veri eredi del gruppo scozzese, vista anche l’indisponibilità dei Black Rebel Motorcycle Club a continuare a dispensare magie in maniera continua ed accettabile.
Ma tornando ai nostri, Alight Of Night, uscito quest’anno per Slumberland Records in USA e per la Angular Recording Corporation nel Vecchio Continente ha senz’altro ottimi pezzi: tutti magistralmente suonati in questa serata. Dalla visionaria Departure, con un finale batteristico che più Disorder non si può, al surf dell’omonima Crystal Stilts, dove la tastiera di Kyle fa veramente la differenza. Una costante del gruppo, come si può notare in altri episodi, quali Crippled Crown. Converging The Quiet, compresa nell’Ep, riesce a muovere anche i sassi, e qui si nota come i Crystal Stilts preferiscono morire lentamente invece che esplodere come una supernova senza lasciare traccia di se: non un accenno di furia catartica, solo l’imperdurabile passare degli eventi. L’organica Prismatic Room invece piega la nostra anima in due e qui si che si sentono le catene dei fratelli Reed.
La sensazione è che se non si inventa qualcosa Kyle, l’originalità resta un’optional. Per trovarla provate a bussare alla porta di Interpol, Editors e compagnia cantante e cinghiante. Ma resta curioso notare come un decennio costantemente criticato come gli anni’80 siano sempre più presi come esempio e riferimento da molte giovani band contemporanee. Succedeva prima coi ’70 nel decennio precedente, magari nel prossimo decennio toccherà agli anni’90. Segno che ci vuole un po’ di tempo prima di apprezzare innovazioni sonore che non sono facilmente digeribili nel preve periodo, ma abbisognano di una masticazione ulteriore.

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