Quest’album del trombettista americano Chris Rogers è una vera sorpresa, una bella registrazione che risale al 2001 e che mette in evdenza non solo l’abilità strumentale di uno che ha suonato e suona con tanti dei grandi del jazz contemporaneo, ma anche la sua capacità di autore e arrangiatore con due formazioni, la prima con il pianista Xavier Davis in sei brani, la seconda con il chitarrista Steve Khan nei restanti tre brani. Su due brani, Counter Change e Whit’s End troviamo uno dei grandi del sassofonismo moderno, il compianto Michael Brecker al sax tenore. In altri quattro brani c’è Ted Nash ai sax alto e tenore, Jay Anderson è al contrabbasso e Steve Johns è alla batteria. Chris è un figlio d’arte, il padre è il trombonista Barry Rogers, a cui è dedicato Ballad for B.R., un brano riarrangiato inserendo il suo assolo su Manha de Carnaval tratto dall’album di Eddie Palmieri Mozambique del 1965. È un brano complesso in cui oltre all’introduzione del trombonista ci sono due ospiti speciali, Roger Rosenberg al sax baritono e Art Baron al trombone, anche loro protagonisti insieme ad uno splendido solo del trombettista leader, molto lirico e caldo nel modo di esprimersi. I suoi assoli sono pervasi di comunicatività, il suo è un mainstream di alto livello tecnico in cui anche la parte più passionale ha modo di emergere. La musica swinga guidata da una sezione ritmica oliata a dovere, prendiamo ad esempio Whit’s End in cui oltre all’assolo di Michael Brecker c’è anche quello del pianista Xavier Davis a confermare la qualità del disco in generale. Su Rebecca e gli altri due brani che seguono nella scaletta c’é il chitarrista Steve Kahn a guidare la ritmica, qui ancora un gran bell’assolo del leader seguito da quello di Kahn, molto elegante e raffinato, le percussioni dell’ospite Willie Martinez aggiungono alle atmosfere un tocco latino. Molto bella la ballad Ever After, ancora con le percussioni di Martinez, un brano in cui dall’inizio alla fine Chris Rogers mostra di essere uno strumentista di tutto rispetto, nella linea di un Woody Shaw. Si chiude con The 12-Year Itch in cui ritorna Xavier Davis cui si aggiunge l’ospite Mark Falchook alle tastiere elettriche. Gran bel disco che non soffre di momenti a vuoto, dall’inizio alla fine tutti i musicisti coinvolti danno il massimo.
Genere: mainstream jazz
Label: Art of Life Records
Anno 2016
Tracklist
01. Counter Change
02. Voyage Home
03. Whit’s End
04. The Mask
05. Ballad for B.R.
06. Rebecca
07. Ever After
08. Six Degrees
09. The 12-Year Itch
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